Il politico curdo Selahattin Demirtas è stato condannato a 42 anni di reclusione da un tribunale di Ankara per molteplici accuse, tra cui l’accusa di aver contribuito alla disgregazione dell’unità e dell’integrità territoriale dello Stato, noncheeacute; di aver istigato il pubblico alla disobbedienza durante un discorso tenuto nel 2016. Questa sentenza è stata riportata da diversi media turchi. Il giudice ha deciso di mantenere Demirtas in carcere, dove si trova detenuto dal 2016. La condanna inflitta al leader curdo ha scatenato polemiche e dibattiti sulla libertà d’espressione e sui diritti umani in Turchia, sollevando interrogativi sul rispetto dello Stato di diritto nel paese. Numerose organizzazioni internazionali hanno espresso preoccupazione per la situazione dei diritti civili in Turchia e hanno chiesto il rispetto delle norme democratiche e della libertà di espressione. La vicenda giudiziaria di Demirtas rappresenta un caso emblematico delle tensioni politiche e sociali presenti nel paese, evidenziando le sfide legate alla gestione della diversità etnica e culturale all’interno della nazione turca. La condanna del leader curdo ha suscitato reazioni contrastanti a livello nazionale e internazionale, mettendo in luce le divisioni esistenti nella società turca riguardo alle questioni identitarie e politiche. In questo contesto complesso, la figura di Demirtas rimane al centro del dibattito pubblico, simbolo delle lotte per i diritti delle minoranze etniche e della necessità di garantire la pluralità culturale all’interno dello Stato turco.
Selahattin Demirtas condannato a 42 anni: polemiche sulla libertà d’espressione in Turchia
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