sabato 6 Settembre 2025
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Truffa ai permessi di soggiorno: smascherata rete illegale a Chieti

Un sofisticato sistema di elusione delle normative sull’immigrazione è stato smascherato dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Chieti, rivelando un’interconnessione di pratiche illegali che miravano a garantire permessi di soggiorno a cittadini stranieri attraverso l’alterazione del sistema fiscale nazionale.

L’indagine, avviata a seguito di controlli mirati su 74 titolari di partita IVA di origine straniera, ha portato all’identificazione di 63 individui coinvolti in una manipolazione sistemica delle dichiarazioni dei redditi, con la complicità di tre professionisti del settore.

L’analisi incrociata dei dati provenienti dalle banche dati della Guardia di Finanza e dalla Questura di Chieti ha evidenziato come le dichiarazioni presentate all’Agenzia delle Entrate fossero deliberatamente false, prive del supporto documentale necessario, come fatture o registri di incassi.
Questa pratica fraudolenta consentiva ai soggetti coinvolti, prevalentemente provenienti dal Nord Africa, di mantenere la permanenza in Italia, usufruendo al contempo di una serie di benefici socio-economici riservati ai residenti.
L’operazione ha portato alla segnalazione di 54 richieste di cessazione della partita IVA, di cui 44 già accolte, un segnale tangibile dell’impatto dell’azione di contrasto.
Ma la portata dell’indagine va ben oltre la mera manipolazione fiscale.
Si è scoperto che 19 soggetti avevano illegittimamente ottenuto la cittadinanza italiana, mentre 52 extracomunitari hanno percepito indebitamente prestazioni assistenziali, tra cui reddito di cittadinanza, assegno nucleo familiare e reddito di inclusione, per un valore complessivo che si avvicina a 1,45 milioni di euro.
Il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Colonnello Michele Iadarola, sottolinea come questa operazione testimoni la capacità trasversale della forza di contrastare attivamente il favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, proteggendo così le risorse destinate ai cittadini meritevoli.
L’azione congiunta si prefigge ora di sollecitare la revoca dei permessi di soggiorno rilasciati in modo fraudolento e di avviare le procedure di recupero delle somme indebitamente erogate, recuperando così risorse pubbliche che sarebbero dovute essere destinate ai beneficiari legittimi.

L’indagine apre una finestra su una rete complessa che coinvolge operatori del settore, evidenziando la necessità di rafforzare i controlli e i meccanismi di verifica per contrastare efficacemente queste pratiche illecite e tutelare l’integrità del sistema di accoglienza e di assistenza sociale.

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