lunedì 28 Luglio 2025
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L’Aquila, il capoluogo più fiscalemente leggero d’Abruzzo.

L’Aquila si distingue nel panorama abruzzese per un onere fiscale, quantificato in termini di addizionali IRPEF, significativamente inferiore rispetto agli altri capoluoghi di provincia.
Uno studio recente condotto dalla UIL mette in luce una dinamica complessa, dove, a parità di reddito, i cittadini aquilani beneficiano di un carico fiscale complessivo minore rispetto a quelli di Chieti, Pescara e Teramo.

Per illustrare questa differenza, consideriamo due fasce di reddito: un individuo con un reddito annuo di 20.

000 euro e un altro con un reddito di 40.

000 euro.
Nel primo caso, l’addizionale IRPEF totale sostenuta da un residente dell’Aquila ammonta a 454 euro, mentre per chi percepisce 40.

000 euro l’onere si attesta a 1.
052 euro.
Confrontando queste cifre con quelle degli altri capoluoghi, dove si registrano rispettivamente 494 euro e 1.
132 euro per i redditi più alti, emerge chiaramente il vantaggio fiscale riservato ai cittadini dell’Aquila.

È cruciale comprendere che questa differenza non è derivante da una disparità nell’addizionale regionale, che risulta uniforme per tutti i contribuenti abruzzesi.
Il divario è generato dalle differenze nelle aliquote applicate a livello comunale, un fattore che incide in maniera rilevante sull’impatto fiscale complessivo.
L’addizionale regionale, che rappresenta una componente fissa del carico fiscale, incide per 334 euro su redditi di 20.
000 euro e per 812 euro su redditi di 40.
000 euro.

È l’aliquota addizionale comunale a determinare la differenza sostanziale: L’Aquila, infatti, applica un’aliquota comunale inferiore rispetto agli altri capoluoghi, riscuotendo rispettivamente 120 e 240 euro per i redditi considerati, contro i 160 e i 320 euro prelevati dai residenti di Chieti, Pescara e Teramo.
Questa situazione, apparentemente favorevole per i contribuenti aquilani, solleva interrogativi più ampi in merito alla politica fiscale locale e all’equilibrio finanziario dei comuni.
Una minore pressione fiscale, sebbene possa attrarre residenti e stimolare l’economia locale, può anche limitare la capacità del comune di investire in servizi essenziali come infrastrutture, istruzione e assistenza sociale.

L’analisi del rapporto tra pressione fiscale, servizi offerti e sostenibilità finanziaria diventa quindi imprescindibile per garantire un benessere collettivo duraturo e una crescita equilibrata del territorio aquilano.
Inoltre, la diversità delle politiche fiscali comunali evidenzia la necessità di un coordinamento più efficace a livello regionale per evitare distorsioni e garantire equità nel sistema fiscale abruzzese.

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