lunedì 28 Luglio 2025
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Cicogna bianca libera: trionfo veterinario e speranza per la biodiversità.

Un inatteso ritorno alla libertà ha segnato un trionfo per la scienza veterinaria e la conservazione della biodiversità: una maestosa cicogna bianca, dopo un’estenuante fase di recupero, ha ripreso il volo sopra i territori campani.

La sua storia, iniziata ad aprile 2025 sull’isola di Ischia, è una testimonianza dell’impegno congiunto di volontari, professionisti veterinari e istituzioni scientifiche.
La cicogna, trovata in condizioni di estrema debolezza da un gruppo di volontari, è stata prontamente soccorsa da un veterinario locale e trasferita al Centro di Recupero Animali Selvatici Federico II, un’unità specializzata all’interno del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università di Napoli.
L’accoglienza presso il Centro ha innescato un protocollo medico d’urgenza, volto a stabilizzare le funzioni vitali dell’animale e a mitigare i segni di sofferenza.

La successiva fase, cruciale per il pieno recupero, si è articolata in un percorso riabilitativo complesso e mirato.
Un team di esperti veterinari ha costantemente monitorato i parametri biologici della cicogna, ottimizzando l’alimentazione e implementando terapie specifiche per il ripristino della massa muscolare e della capacità di volo.

La collaborazione con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) ha introdotto un elemento di innovazione scientifica: l’applicazione di un dispositivo GPS, che consentirà di raccogliere dati preziosi sull’ecologia spaziale, la fenologia migratoria e i modelli comportamentali della specie, arricchendo le conoscenze disponibili per la sua tutela.

Prima del rilascio definitivo, la cicogna ha trascorso un periodo di pre-ambientamento presso l’Oasi WWF Lago di Conza, un ambiente protetto e ideale per la graduale riadattamento alla vita selvatica.

Questa fase intermedia ha minimizzato lo stress e i rischi associati alla liberazione immediata, preparando l’animale al reinserimento nel suo habitat naturale.

Il rilascio controllato è stato un successo, testimoniando l’efficacia del protocollo di recupero.
La vicenda sottolinea l’importanza di un approccio olistico alla conservazione della fauna selvatica.
Il recupero di un singolo esemplare non è soltanto un atto di clemenza, ma un’opportunità inestimabile per approfondire la comprensione delle complesse dinamiche ecologiche che regolano i sistemi naturali.
Ogni animale restituito al suo ambiente racconta una storia, fornendo informazioni vitali per la protezione della biodiversità e la salvaguardia della salute, sia animale che umana.

L’approccio “One Health”, che riconosce l’interconnessione tra la salute umana, animale e ambientale, assume un significato ancora più profondo in contesti come questo, evidenziando la necessità di strategie integrate e collaborative per affrontare le sfide globali legate alla sostenibilità e al benessere del pianeta.

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