Un’inquietante sequenza di eventi, che intreccia la violazione della proprietà privata con un atto di brutale aggressione e un tentativo di fuga rocambolesco, ha portato all’arresto di un giovane serbo a Secondigliano, nel napoletano.
L’indagine, condotta dai Carabinieri di Boscoreale, ha svelato una dinamica criminale complessa, che vede coinvolti almeno cinque individui, tra cui un complice attualmente latitante e tre persone ancora da identificare.
La vicenda prende avvio da un duplice tentativo di furto in appartamento, presumibilmente eseguito con l’impiego di strumenti di effrazione rudimentali e con il volto celato, al fine di eludere le telecamere di sorveglianza e l’identificazione.
Il fallimento di queste prime azioni ha innescato una escalation di violenza e una rapina che ha preso una piega drammatica.
Per assicurarsi una via di fuga, i malviventi hanno costretto una donna di trent’anni a cederle la propria autovettura, compiendo un atto di pura sopraffazione.
La fuga, però, si è trasformata in una tragedia.
Durante la rapina, il padre della donna, uomo affetto da una grave disabilità, è stato brutalmente scaraventato dall’auto in corsa, per poi essere investito dai criminali, che si sono poi volatilizzati, lasciando dietro di sé una scia di dolore e di sconforto.
L’operazione investigativa, caratterizzata da un’approfondita analisi delle immagini di videosorveglianza, dall’acquisizione di testimonianze e dalla comparazione di tracce biologiche rinvenute sui berretti utilizzati dai presunti autori, ha permesso di ricostruire la dinamica degli eventi e di raccogliere elementi di gravità inequivocabile a carico del giovane serbo, ora detenuto nel carcere di Poggioreale.
L’arresto del ventenne rappresenta un passo avanti significativo nella lotta alla criminalità organizzata e alla microcriminalità che affligge il territorio, ma non fa dimenticare la gravità dei reati commessi, che denunciano una pericolosa escalation di violenza e una spaventosa mancanza di rispetto verso la persona umana, soprattutto verso i soggetti più vulnerabili.
La Procura della Repubblica di Torre Annunziata, guidata dal Giudice per le Indagini Preliminari, ha emesso la misura cautelare, in attesa che si faccia luce sugli altri membri della compagine criminale e sul ruolo che ciascuno di essi ha avuto in questa sequenza di atti riprovevoli.
L’attività di ricerca dei complici latitanti è in corso, con l’obiettivo di assicurare alla giustizia tutti i responsabili.