“La Cina in transizione: il film ‘Caught by the Tides’ di Jia Zhang-Ke al Festival di Cannes”

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Il dipinto di Mao si staglia sullo sfondo, simbolo della leadership del popolo cinese degli anni ’50, come un tesoro antico riportato alla luce da un museo. L’occhio vigile del leader osserva la realtà attuale, ben diversa da quella dei tempi della rivoluzione culturale. Ora sono i minatori sporchi di carbone a riempire i bar con il loro gioco di morra e a applaudire una compagnia d’opera tradizionale messa in scena da un imprenditore per attirare clienti e fare affari in una Casa del Popolo ormai deserta. Ma tutto intorno sta cambiando, come gli edifici fatiscenti che vengono demoliti nei vicoli sporchi e umidi per far spazio a nuove costruzioni.”Caught by the Tides” di Jia Zhang-Ke, in concorso al Festival di Cannes e presto nelle sale italiane con Tucker Film, narra la Cina degli ultimi vent’anni, in un momento di transizione epocale tra vecchio e nuovo, dove il capitalismo irrompe potentemente senza riguardo per le questioni sociali. Le generazioni più anziane abituate alla solidarietà comunitaria si scontrano con le nuove generazioni confuse.Non vi è alcuna lettura politica predefinita, neeacute; nostalgia per l’epoca maoista; tuttavia Zhang-Ke, regista della sesta generazione del cinema cinese e vincitore del Leone d’oro a Venezia nel 2006 con “Still Life”, osserva lucidamente l’emergere della Cina come potenza globale.Il film non è pedagogico, quasi privo di dialoghi diretti ma guidato da una voce narrante; segue la storia d’amore tra Qiao Qiao (interpretata dalla musa e moglie del regista Zhao Tao) e Guao Bin (Zhubin Li), che si dissolve mentre tutto intorno a loro la provincia cinese subisce profondi mutamenti. Tra nuove abitazioni, nuovi ricchi, truffatori storici, TikTok e capannoni adibiti al fast fashion emerge una disperata solitudine umana che nemmeno la tecnologia riesce a colmare.Qiao Qiao trova conforto negli occhi luminosi di un robot umanoide che le offre sostegno (esistono davvero questi robot sociali); indossa braccialetti catarifrangenti all’avanguardia mentre si unisce silenziosamente alla corsa di un gruppo di corridori lungo le antiche mura cittadine. “Caught by the Tides” non è il cinema visionario ed epico di “Megalopolis” di Coppola; qui ci troviamo tra le strade di un’altra grande città contemporanea ed altrettanto desolante.

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