Nel cuore dell’isola di Procida, un’operazione dei Carabinieri della Stazione di Forio ha portato alla luce una sofisticata attività di coltivazione e distribuzione di sostanze stupefacenti, svelando un quadro di micro-criminalità radicata nel tessuto sociale.
L’intervento, frutto di un’attenta attività di indagine preventiva, ha visto la perquisizione di un’abitazione abitata da un giovane uomo di 24 anni, con precedenti penali a suo carico, e dalla sua compagna, fino ad allora estranea a procedimenti legali.
La perquisizione ha rivelato un’improvvisata serra indoor, un ambiente appositamente allestito per la coltivazione di quattro piante di cannabis, esemplari sviluppati fino a un’altezza di un metro, segno di una cura dedicata e di una certa esperienza nella coltivazione.
L’impianto, rudimentale ma funzionante, testimonia la volontà di creare una produzione domestica destinata al mercato illegale.
Oltre alla serra, i militari hanno scoperto una quantità significativa di hashish, confezionato in quattro panetti per un peso totale di 360 grammi.
Questa quantità, ben al di sopra della soglia per l’uso personale, è un indicatore chiave di un’attività volta alla commercializzazione.
L’analisi approfondita dell’ambiente ha inoltre permesso di rinvenire materiale di imballaggio, tipico delle operazioni di confezionamento e dosaggio dello stupefacente, suggerendo una preparazione accurata per la successiva distribuzione.
La presenza di denaro contante, per un ammontare di 1090 euro, solleva interrogativi sull’origine di tali fondi e potrebbe essere collegata ai proventi derivanti dall’attività illecita.
L’arresto dei due soggetti è motivato dall’ipotesi di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, un reato che prevede pene severe.
La vicenda pone l’attenzione sulla necessità di una vigilanza costante e di un approccio proattivo da parte delle forze dell’ordine per contrastare il fenomeno del traffico di droga, che non risparmia nemmeno le piccole comunità insulari.
L’indagine è in corso e mira a ricostruire la rete di contatti e le dinamiche che hanno permesso lo sviluppo di questa attività illecita, con l’obiettivo di smantellare l’intera filiera dello spaccio.
La vicenda, pur circoscritta a un singolo episodio, è un campanello d’allarme che sottolinea la fragilità di alcune realtà sociali e la necessità di promuovere iniziative di prevenzione e di recupero, rivolte soprattutto alle giovani generazioni.