Il 3 giugno si terrà una significativa mobilitazione interregionale, promossa congiuntamente da Slc-Cgil e Uil Poste, in un presidio di protesta davanti a Piazza Affari, a Milano. L’evento, previsto dalle 10 alle 14, vedrà la partecipazione di lavoratrici e lavoratori provenienti da Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, manifestando un profondo dissenso verso le attuali dinamiche aziendali che investono Poste Italiane.La decisione di scioperare nasce da una situazione di crescente preoccupazione, alimentata dalla rottura del dialogo sindacale. L’azienda, in una mossa considerata antidemocratica e strategica, ha deliberatamente escluso Slc-Cgil e Uil Poste dai tavoli di confronto, optando per un approccio unilaterale nella gestione di riorganizzazioni aziendali. Questa scelta, a parere dei sindacati, non solo viola i principi fondamentali del pluralismo e della democrazia nelle relazioni industriali, ma pregiudica seriamente la capacità di tutela dei diritti dei lavoratori.Lo sciopero del 3 giugno non si configura quindi come un atto isolato, ma come l’espressione di un disagio strutturale e di una resistenza all’erosione dei diritti. Le rivendicazioni dei lavoratori vanno ben oltre il mero ripristino del dialogo sindacale, che rappresenta una condizione imprescindibile per affrontare le sfide attuali. In primo piano, la necessità di salvaguardare l’universalità del servizio postale, un patrimonio sociale che rischia di essere compromesso da politiche di tagli al personale e da una progressiva frammentazione del territorio.La sicurezza nei luoghi di lavoro emerge come un’ulteriore questione prioritaria, in un contesto caratterizzato da una crescente pressione sulle performance e da una riduzione delle risorse dedicate alla prevenzione degli infortuni. I sindacati rivendicano investimenti mirati alla stabilizzazione dei contratti a termine e alla promozione della mobilità interna, al fine di garantire una maggiore certezza occupazionale e di favorire lo sviluppo professionale dei lavoratori.Infine, la mobilitazione si pone in netta opposizione a qualsiasi forma di privatizzazione occulta e alla graduale smantellamento del ruolo cruciale del servizio postale come presidio pubblico essenziale per la coesione sociale e per la garanzia dei diritti dei cittadini, soprattutto nelle aree più marginali e isolate del Paese. Il presidio del 3 giugno si configura, dunque, come un chiaro segnale di allarme e una rivendicazione di un modello di sviluppo sostenibile e socialmente responsabile per il futuro di Poste Italiane.
Sciopero a Milano: Poste Italiane, lavoratori in mobilitazione interregionale
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