L’impegno del Governo è focalizzato sulla riattivazione dinamica e profonda del tessuto economico e sociale del Sud Italia, delineando un progetto di sviluppo pluriennale che trascende l’emergenza e guarda al futuro con ambizione e realismo.
Come espresso dal Presidente del Consiglio Meloni nell’ambito dell’Assemblea dell’Unione Industriali di Napoli, si tratta di un’inversione di rotta rispetto a politiche assistenzialistiche del passato, ponendo al centro il protagonismo delle imprese e la valorizzazione del capitale umano, elementi essenziali per sbloccare il potenziale inespresso del Mezzogiorno.
La Zona Economica Speciale unica del Mezzogiorno rappresenta il fulcro di questa strategia, non come una misura isolata, ma come un ecosistema integrato volto a stimolare la competitività su scala globale.
Si tratta di un’architettura complessa che interseca la semplificazione burocratica, l’incentivazione fiscale mirata e lo sviluppo di infrastrutture digitali e fisiche, con l’obiettivo primario di attrarre investimenti esteri e interni, promuovendo al contempo l’innovazione e la creazione di posti di lavoro di qualità.
La Zes unica non si limita a ridurre il cuneo fiscale, ma ambisce a creare un ambiente favorevole all’imprenditorialità, stimolando la nascita di nuove imprese e la crescita di quelle esistenti.
L’attenzione alla “libertà di impresa” non è un mero slogan, ma un principio cardine che implica la riduzione degli oneri amministrativi, l’abbattimento delle barriere all’accesso al credito e la promozione di una cultura dell’innovazione e dell’assunzione di rischi.
Parallelamente, si pone l’imperativo di investire massicciamente nella formazione professionale e nell’aggiornamento delle competenze, riconoscendo che il capitale umano rappresenta la risorsa più preziosa per lo sviluppo sostenibile del Sud.
Il progetto si basa sulla convinzione che il Mezzogiorno non necessiti di paternalismo, bensì di un quadro normativo e istituzionale che ne faciliti l’iniziativa e ne premi i risultati.
Si tratta di un approccio proattivo che si traduce in interventi strutturali e di visione, volti a creare un circolo virtuoso di crescita economica e inclusione sociale.
La sfida è ambiziosa, ma la determinazione del Governo è altrettanto forte, con l’obiettivo di costruire un futuro prospero e dinamico per il Sud Italia, un motore di crescita per l’intera nazione.
L’auspicio è di vedere un Sud che si fa interprete del proprio sviluppo, contribuendo attivamente alla competitività del Paese.