lunedì 28 Luglio 2025
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Frode agroalimentare tra Malta e Italia: un milione di litri di latte imbrogliato.

Un sofisticato schema di frode agroalimentare, orchestrato tra Malta e l’Italia, è stato svelato dalle Fiamme Gialle di Ragusa e dagli ispettori dell’Icqrf di Vittoria, mettendo a rischio la fiducia dei consumatori e compromettendo l’integrità del mercato caseario nazionale.

L’inchiesta ha portato alla luce un traffico illecito di circa tre milioni di litri di latte pastorizzato, originario di Malta, che veniva fraudolentemente spacciato per prodotto italiano.
L’inganno si basava su una precisa manipolazione della documentazione.

I documenti di trasporto e le etichette venivano alterati per mascherare l’effettiva origine maltese del latte, spacciandolo per prodotto nazionale e, in alcuni casi, specificamente siciliano.

La pastorizzazione, trattamento termico subito all’estero, veniva intenzionalmente omessa dalla dichiarazione, sostituita dalla falsa indicazione di “latte crudo”, un elemento che avrebbe alterato il valore percepito e il prezzo di vendita del prodotto.

Questo sofisticato sistema permetteva a operatori commerciali locali di immettere sul mercato un prodotto diverso da quello dichiarato, destinandolo a caseifici dislocati in Sicilia e in altre regioni italiane.
Questi ultimi, in buona fede, convinti di lavorare con latte proveniente dal territorio nazionale, utilizzavano la materia prima alterata per la produzione di formaggi, etichettati come “italiani” o addirittura “siciliani”, rafforzando l’inganno verso il consumatore finale.

Le irregolarità rilevate non si limitano alla mera falsificazione dell’origine geografica.
La sostituzione della dicitura “pastorizzato” con “crudo” implica una potenziale violazione delle normative igienico-sanitarie, dato che il latte crudo è soggetto a controlli più rigorosi e presenta rischi diversi rispetto al latte pastorizzato.

L’azione delle autorità ha evidenziato una vulnerabilità del sistema di controllo e tracciabilità, che ha permesso a un’operazione di questo calibro di protrarsi per un periodo significativo.
L’indagine in corso mira a ricostruire l’intera filiera, identificando tutti i soggetti coinvolti – dai produttori maltesi ai distributori italiani e ai caseifici acquirenti – e a quantificare il danno economico arrecato alle aziende oneste che operano nel rispetto delle regole, nonché al consumatore finale, che è stato deliberatamente depistato.
La vicenda solleva interrogativi urgenti sulla necessità di rafforzare i controlli e i meccanismi di verifica delle certificazioni agroalimentari, al fine di tutelare la qualità, la sicurezza e l’autenticità dei prodotti alimentari italiani.

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