La Confederazione Generale Italiana del Lavoro (Cgil) ha formalmente sollevato un campanello d’allarme alla Commissione Europea, indirizzando alla Commissaria per l’Ambiente, Jessika Roswall, una missiva di profonda preoccupazione riguardo alla procedura di approvazione del cosiddetto ‘Collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria’, più comunemente noto come Ponte sullo Stretto di Messina. La lettera, firmata dal segretario confederale Pino Gesmundo, non si limita a esprimere un dissenso, ma presenta un’argomentazione dettagliata e strutturata, basata su una valutazione critica della relazione IROPI (Inchiesta sulla Realizzazione delle Opere Pubbliche) recentemente approvata dal Consiglio dei Ministri e trasmessa all’organo esecutivo dell’Unione.La Cgil sostiene che la relazione IROPI, lungi dal fornire una base solida per l’autorizzazione dell’opera, presenta lacune e incongruenze che la rendono incompatibile con il diritto comunitario, in particolare con la legislazione europea in materia ambientale. La Confederazione evidenzia come il progetto, nella sua attuale formulazione, non rispetti le rigorose condizioni necessarie per ottenere una deroga alla Direttiva Habitat, uno strumento fondamentale per la tutela della biodiversità e delle aree di interesse comunitario.L’ottenimento di tale deroga, che permetterebbe l’esecuzione di progetti infrastrutturali potenzialmente dannosi per le zone speciali di conservazione della rete Natura 2000, è un processo estremamente complesso e vincolato a criteri stringenti. La Cgil contesta che la relazione IROPI non dimostri adeguatamente l’assenza di impatti negativi significativi sull’ecosistema stretto di Messina e sulle aree circostanti, considerate siti di elevato valore naturalistico e biologico.Al di là della mera conformità legislativa, la Cgil solleva questioni di più ampio respiro, focalizzandosi sulla sostenibilità complessiva del progetto. L’opera, con la sua ingente costo e le sue complesse implicazioni ambientali e sociali, dovrebbe essere giustificata da benefici concreti e misurabili per la collettività, benefici che, a giudizio della Confederazione, non emergono chiaramente dalla documentazione presentata. La lettera non si limita a un’analisi critica, ma si apre a un confronto costruttivo, richiedendo un incontro con la Commissaria Roswall per discutere in dettaglio le preoccupazioni sollevate e per promuovere una valutazione più approfondita del progetto alla luce dei principi di sostenibilità e di tutela ambientale sanciti dal diritto europeo. La Cgil è convinta che un’opera di tale portata debba essere oggetto di un dibattito pubblico ampio e trasparente, che coinvolga tutte le parti interessate e che tenga conto delle implicazioni a lungo termine per l’ambiente, l’economia e la società. In sintesi, la Cgil non intende bloccare a priori il progetto, ma chiede una sua revisione critica e un processo decisionale più rigoroso e trasparente, in linea con gli obblighi e i valori dell’Unione Europea.
Cgil all’UE: Stop al Ponte sullo Stretto, rischio ambientale!
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