Ravenna, 25 Luglio – Un caso di vaiolo delle scimmie (in gergo medico, *Monkeypox*) è stato recentemente identificato nel territorio ravennate, segnalando un evento che, pur non rappresentando una situazione di allarme generalizzato, richiede attenzione e una comprensione approfondita della dinamica epidemiologica.
Il paziente, un individuo in condizioni generali di salute buone, ha richiesto l’intervento del Pronto Soccorso lamentando la comparsa di eruzioni cutanee, sintomatologia caratteristica della malattia.
Le successive indagini diagnostiche, che hanno incluso test specifici sul materiale prelevato dalle lesioni cutanee, hanno confermato la presenza del virus.
L’uomo è stato ricoverato per garantire un monitoraggio clinico accurato e per implementare misure di contenimento volte a prevenire ulteriori diffusioni.
Nonostante la necessità di ospedalizzazione, le sue condizioni non destano particolare preoccupazione e non appaiono critiche.
La situazione, come sottolineato dalle autorità dell’Igiene Pubblica dell’Ausl Romagna, evidenzia l’importanza di una gestione responsabile e informata.
“Non si tratta di una patologia di routine, ma nemmeno di un evento completamente inaspettato,” spiegano i professionisti sanitari.
“Una comprensione incompleta dei rischi associati alla mobilità e a comportamenti a rischio, unita a una gestione inadeguata delle misure preventive, potrebbero favorire la comparsa di nuovi casi.
” Il ricovero è stato pertanto deciso anche per ottimizzare la gestione del caso e l’implementazione di protocolli di sicurezza.
L’Ausl Romagna ha avviato un’accurata tracciabilità dei contatti stretti del paziente, con l’obiettivo di identificare e monitorare eventuali soggetti a rischio.
Al momento, i controlli effettuati non hanno evidenziato contagi secondari.
Si precisa inoltre che il paziente, una volta giunto a guarigione, non risulta più contagioso.
L’origine del contagio è stata rintracciata all’interno del territorio provinciale, suggerendo una possibile diffusione locale.
Il vaiolo delle scimmie, a differenza di quanto suggerisce il nome, non è primariamente trasmesso dalle scimmie, ma si diffonde attraverso contatti ravvicinati e prolungati.
Il rischio è maggiore tra partner sessuali e tra conviventi familiari, ma non è da escludere la trasmissione attraverso contatti fisici diretti con lesioni cutanee o con materiali contaminati, come biancheria o indumenti.
Il liquido contenuto nelle vesciche e nelle pustole rappresenta il principale veicolo di trasmissione.
Il periodo di contagio può protrarsi per diverse settimane, fino a tre, durante il quale la completa risoluzione delle lesioni cutanee è essenziale per interrompere la catena di trasmissione.
La dott.
ssa Giulia Silvestrini, responsabile dell’Igiene Pubblica di Ravenna presso l’Ausl Romagna, precisa che la presenza di casi sporadici si verifica regolarmente nel territorio romagnolo.
“Si tratta di eventi non eccezionali, di fronte ai quali è cruciale mantenere un’adeguata sorveglianza e informare la popolazione sui comportamenti a basso rischio.
” L’ultimo caso precedentemente registrato nella provincia di Ravenna risale a due anni fa, rendendo questo evento un campanello d’allarme per rafforzare la vigilanza e l’informazione pubblica.