L’immagine di uno striscione appeso al balcone del palazzo municipale di Aci Sant’Antonio, un grido di sconcerto e indignazione, si erge come simbolo di una crescente inquietudine collettiva di fronte alla catastrofe umanitaria che si sta consumando a Gaza.
Il sindaco Quintino Rocca, con questa azione, non solo esprime una posizione etica precisa, ma lancia un monito al silenzio e all’inerzia che, troppo spesso, sembrano avvolgere il mondo occidentale.
I numeri sono spietati: decine di migliaia di vite spezzate, una percentuale agghiacciante di bambini vittime innocenti.
L’impossibilità di rimanere spettatori di una sofferenza così vasta e indiscriminata impone un atto di presa di posizione, un dovere morale che trascende i confini politici e ideologici.
Non si tratta di una semplice reazione emotiva, ma di una risposta a una violazione dei principi fondamentali che dovrebbero guidare le relazioni internazionali e l’agire umano.
La riflessione del sindaco Rocca sposta l’attenzione su un elemento cruciale: il ruolo, o meglio, la presunta funzione, dello Stato di Israele nell’area mediorientale.
Se Israele si presenta come un avamposto