Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha lanciato un’appassionata riflessione sul futuro dell’amministrazione giustizia italiana, ribadendo che la disponibilità di risorse non dipende solo dalla loro quantità, ma dall’efficacia con cui vengono allocate.
Durante l’incontro sul futuro della magistratura svoltosi a Siracusa, Nordio ha evidenziato come il progetto di aumentare il numero dei magistrati da 10.
500 ad oggi a oltre 20.
000 entro la fine del 2026 non sia sostenibile senza un’adeguata valutazione delle esigenze reali della giustizia italiana.
Secondo Nordio, è necessario confrontarsi con una serie di quesiti fondamentali: quanti processi civili sono in corso in Italia? Quanto tempo impiega mediamente un magistrato per risolvere un contenzioso civile? Quali sono le effettive esigenze della giustizia italiana? Soltanto affrontando questi interrogativi concreti, è possibile comprendere se il numero attuale dei magistrati sia sufficiente e dove potrebbe essere necessario intervenire.
Nordio ha sottolineato che, se i calcoli non dovessero tornare a favore del progetto di espansione, ci troveremmo di fronte due possibili soluzioni: aumentare il budget per arruolare ulteriori magistrati o ridurre gli obiettivi della giustizia italiana.
Il ministro ha utilizzato un’analogia per enfatizzare l’importanza dell’adattamento alle esigenze reali: “se non potremmo mai preparare una torta da due chili con sole due uova”, è chiaro che i numeri, in questo caso quelli relativi ai magistrati e agli obiettivi della giustizia italiana, devono essere attentamente valutati per garantire l’efficienza del sistema.