La comunità di Grugliasco, alle porte di Torino, è sconvolta da un drammatico evento che ha spezzato una vita e lasciato un’ombra di dolore e sgomento. Fernanda Di Nuzzo, insegnante di scuola dell’infanzia di 61 anni, ha perso la vita in seguito a un’aggressione violenta perpetrata dal marito, Pasquale Piersanti. L’episodio, avvenuto ieri sera intorno alle 18:30 in un appartamento al terzo piano di una palazzina residenziale, ha segnato una tragica conclusione a una convivenza che ora appare avvolta da un velo di mistero e dolore.La dinamica precisa dell’accaduto è ancora in fase di ricostruzione da parte delle autorità competenti, ma è certo che l’atto di violenza ha avuto luogo in un contesto domestico, un luogo che dovrebbe incarnare sicurezza e protezione. La presenza della figlia della coppia, di 24 anni, testimone dell’orrore, aggrava ulteriormente la gravità della situazione e richiede un sostegno psicologico immediato e specializzato. Il secondo figlio, fortunatamente assente al momento dell’aggressione, si trova ad affrontare un lutto inaspettato e devastante.Questo tragico episodio solleva interrogativi profondi e dolorosi sulla natura della violenza domestica, sulle sue radici spesso complesse e sulla necessità urgente di interventi mirati per prevenirla. La violenza contro le donne, e in particolare quella all’interno delle mura domestiche, rappresenta una piaga sociale di vasta portata, che affonda le sue radici in dinamiche culturali, economiche e psicologiche intricate. Non si tratta solo di un atto di rabbia impulsiva, ma spesso il risultato di un progressivo deterioramento delle relazioni, alimentato da squilibri di potere, controllo, gelosia patologica e, in alcuni casi, da problemi di dipendenza o disturbi psichiatrici non adeguatamente affrontati.La figura di Fernanda Di Nuzzo, una maestra d’asilo, educatrice di bambini, simbolo di cura e pazienza, contrasta violentemente con la brutalità del gesto compiuto. La sua morte lascia un vuoto incolmabile nella vita dei suoi cari, tra cui colleghi, amici e la comunità che la conosceva e apprezzava. La sua scomparsa ci ricorda la fragilità della vita e la necessità di una maggiore sensibilità verso i segnali di allarme che possono precedere un evento tragico di questo tipo.L’episodio di Grugliasco impone una riflessione più ampia sulla necessità di rafforzare i servizi di supporto alle donne vittime di violenza, promuovendo una cultura del rispetto, dell’uguaglianza e della parità di genere. È fondamentale investire in programmi di prevenzione e sensibilizzazione, rivolti non solo alle donne, ma anche agli uomini, per decostruire stereotipi dannosi e promuovere modelli relazionali sani e costruttivi. Solo attraverso un impegno collettivo, che coinvolga istituzioni, associazioni, scuole e famiglie, sarà possibile contrastare efficacemente la violenza domestica e costruire una società più giusta e sicura per tutti. La memoria di Fernanda Di Nuzzo deve servire da monito e da stimolo per un cambiamento profondo e duraturo.