Un’inattesa e significativa alleanza sancisce un nuovo capitolo nella storia di due comunità profondamente segnate dalla presenza pervasiva della criminalità organizzata: Corleone, nel cuore della Sicilia, e Casal di Principe, epicentro della camorra in Campania. Un gemellaggio che trascende la geografia, elevandosi a simbolo di speranza e resilienza, un atto di rottura con un passato di ombra e paura.Lungi dall’essere un mero protocollo formale, l’accordo tra i sindaci Walter Rà e Ottavio Corvino rappresenta la concretizzazione di un percorso di riscatto dal basso, un movimento popolare che, negli ultimi anni, ha intrapreso un coraggioso cammino di trasformazione sociale. Questo processo, alimentato dall’iniziativa dei cittadini stessi, si manifesta attraverso azioni concrete: il riutilizzo innovativo di beni confiscati alla criminalità per finalità sociali, l’attivazione dei giovani in progetti di sviluppo locale, la creazione di sinergie collaborative tra istituzioni, scuole, associazioni del terzo settore e forze dell’ordine, elementi che convergono verso una visione comune di futuro.Il culmine di questa iniziativa si concretizza nella firma del protocollo d’intesa a Casal di Principe, un atto simbolico che sigilla un legame tra due territori apparentemente distanti ma uniti da un’esperienza condivisa di dolore, marginalizzazione e lotta per la legalità. Le celebrazioni, iniziate con un incontro preliminare e una visita reciproca dei delegati e delle pro loco, hanno visto la scoperta della Reggia borbonica di Carditello e di un bene confiscato che sarà trasformato in un Agri-Ostello, un esempio tangibile di come la giustizia riparativa possa generare opportunità e sviluppo. La serata, animata dalla musica popolare e dalla degustazione di prodotti tipici, ha rafforzato il senso di comunità e l’entusiasmo per il futuro.Il gemellaggio va oltre la semplice cooperazione amministrativa; è un atto di affermazione della dignità umana e un invito a superare i pregiudizi e le generalizzazioni. I sindaci Rà e Corvino, condividendo la stessa visione, sottolineano che l’appartenenza a Corleone o Casal di Principe non deve essere sinonimo di criminalità, ma motivo di orgoglio e di identità. Questi territori, lungi dall’essere confinati a un’immagine distorta, si propongono come laboratori di “antimafia sociale”, esempi di come la resilienza e l’impegno civile possano costruire una “normalità” negata per troppo tempo. Si tratta di un’azione che intende recuperare una narrazione alternativa, focalizzata sulle storie di chi, quotidianamente, combatte per la legalità, l’inclusione e la giustizia sociale. La visita alle “Terre di Don Peppe Diana”, aree restituite alla comunità attraverso confische, testimonia la volontà di trasformare un passato di dolore in un futuro di opportunità e sviluppo sostenibile.
Corleone e Casal di Principe: un gemellaggio contro le mafie
Pubblicato il
