La recente evoluzione del quadro normativo in materia di appalti pubblici, segnata dalla ripresa della circolare INL del 2020 e recepita dall’ANAC a gennaio, sta ridefinendo i confini dell’equivalenza contrattuale. Come sottolineato da Andrea Rapacciuolo, ispettore del lavoro presso la Direzione Interregionale del Lavoro Nord, durante l’incontro “Ripensare il lavoro” nell’ambito del Festival del Lavoro, l’attenzione si è spostata dal mero riferimento contrattuale alla concreta sostanza del trattamento offerto ai lavoratori.Questa ridefinizione segna un passaggio cruciale: l’ammissibilità alla partecipazione a una gara d’appalto non è più determinata dall’applicazione di un determinato contratto collettivo, ma dalla verifica dell’effettiva equivalenza del trattamento economico e normativo garantito. L’equivalenza, in questo contesto, non è un concetto flessibile, ma un principio di assoluta parità, con un focus particolare sulla retribuzione globale annua, che deve corrispondere esattamente a quella prevista dal contratto collettivo di riferimento, senza alcuna sottrazione, neanche minima.Ma l’analisi dell’equivalenza non si limita alla componente economica. Gli indici normativi, attualmente identificati in quattordici aree specifiche, permettono un certo grado di flessibilità. È infatti ammesso uno scostamento fino a due indici, ma con una condizione imprescindibile: su dodici indici, l’impresa appaltatrice deve garantire una tutela prioritaria, o addirittura superiore, ai propri lavoratori. Questo implica una valutazione attenta non solo delle condizioni contrattuali, ma anche dell’interpretazione e dell’applicazione pratica di tali condizioni.L’approccio delineato dall’INL e successivamente interpretato dall’ANAC, e chiarito da Rapacciuolo, rappresenta un tentativo di bilanciare la necessità di garantire la concorrenza nei bandi di gara con l’imperativo di tutelare il potere contrattuale dei lavoratori e di prevenire fenomeni di dumping salariale o di riduzione delle tutele. Questo nuovo paradigma impone alle imprese una maggiore trasparenza e una più accurata gestione del rapporto di lavoro, richiedendo una comprensione approfondita della normativa vigente e un’attenta applicazione dei principi di equivalenza e di tutela dei diritti dei lavoratori. La conformità, quindi, non è una mera questione formale, ma un impegno concreto verso una gestione responsabile del lavoro.
Appalti Pubblici: Ridefinita l’Equivalenza Contrattuale per la Tutela dei Lavoratori
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