Giuseppe Maraniello ai Musei Reali di Torino: un viaggio nell’inconscio tra mito e materiaI Musei Reali di Torino, in un gesto di apertura all’arte contemporanea che li vede come laboratori attivi di dialogo e sperimentazione, accolgono fino al 16 settembre le opere di Giuseppe Maraniello. La mostra, dal suggestivo titolo “Asa Nisi Masa”, dislocata tra la Piazzetta Reale, i Giardini Reali e il primo piano della Galleria Sabauda, si configura come un percorso immersivo nell’universo creativo di uno degli scultori più significativi del panorama artistico italiano contemporaneo. Il titolo, evocativo come una chiave di volta, affonda le radici in un’immagine iconica del cinema italiano, la formula recitata da Marcello Mastroianni in “Otto e mezzo” di Federico Fellini. Maraniello la rielabora, trasformandola in un invito all’esplorazione del mistero che anima le sue creazioni, un mistero che si cela dietro le forme e si manifesta attraverso un linguaggio simbolico complesso e stratificato. Come sottolinea Mario Turetta, direttore delegato dei Musei Reali, l’opera di Maraniello non si presta a interpretazioni univoche, ma si offre come esperienza estetica, un varco verso una dimensione onirica e profonda.Le sculture, spesso di grandi dimensioni, interagiscono con l’architettura storica dei Giardini Reali e della Galleria Sabauda, creando un dialogo suggestivo tra passato e presente. L’artista, con una maestria tecnica che non rinuncia alla ricerca di materiali recuperati e riciclati, plasma bronzo, legno, metallo e vetro in figure enigmatiche che sembrano emergere da un tempo sospeso, da un’immaginazione antica e primordiale. L’impianto concettuale della mostra rivela un’attenta riflessione sul mito, sulla memoria collettiva e sulla condizione umana. Figure ibride e ambivalenti popolano l’ambiente espositivo: demoni dalle ali possenti che richiamano l’atmosfera lugubre del Cimitero Monumentale di Pisa, centauri in perpetuo conflitto, incarnazioni di una lotta interiore, funamboli bilanciati sull’abisso, ermafroditi che sfumano i confini tra maschile e femminile. Questi elementi simbolici sono ulteriormente arricchiti dalla presenza di oggetti che rimandano al mondo dei sogni e dell’alchimia: alambicchi, otri, borracce, figure evocative che richiamano i dipinti di Bosch e la sua visione grottesca e allegorica del mondo.La mostra di Maraniello non si limita a presentare un corpus di opere scultoree; essa rappresenta un atto di rigenerazione del museo stesso, confermandolo come spazio di incontro tra arte, storia e contemporaneità, un luogo di riflessione e di scoperta per il pubblico. Un percorso che invita a interrogarsi sul significato dell’esistenza, sulla fragilità dell’uomo e sulla potenza dell’immaginazione.
Maraniello ai Musei Reali: un viaggio nell’inconscio tra mito e materia.
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