La recente scoperta di una Caretta caretta spiaggiata a Punta Piccola, nei pressi di Porto Empedocle, rappresenta un macabro monito sulla crescente pressione antropica che grava su queste creature marine secolari. L’esemplare, stimato tra i venti e i venticinque anni, un’età significativa nel ciclo vitale di una tartaruga, ha perso la vita a causa di un trauma compatibile con l’impatto di un’elica nautica, una lesione fatale che ha profondamente compromesso l’integrità del suo carapace.L’intervento tempestivo di Claudio Lombardo, referente di MareAmico, ha permesso di attivare il protocollo di intervento dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Palermo, che si recherà in Agrigentino per effettuare un’autopsia dettagliata. Tale analisi post-mortem, cruciale per accertare con precisione le cause del decesso e raccogliere dati utili per la ricerca, permetterà di ricostruire gli ultimi istanti di vita dell’animale e di identificare eventuali patologie preesistenti che potrebbero aver contribuito alla sua morte.La località del ritrovamento, Punta Piccola, riveste un particolare significato ecologico. Proprio ventisei anni orsono, la stessa spiaggia fu teatro della scoperta di un nido di Caretta caretta, un evento che suggerisce la possibilità, quanto meno suggestiva, che l’esemplare ritrovato fosse un nato proprio in quell’arenile. Immaginare che una creatura nata e cresciuta in quelle acque, che avrebbe forse trasmesso la sua stessa eredità genetica, sia tornata a depositare le uova per poi essere tragicamente interrotta, evidenzia la connessione profonda e ciclica che lega queste tartarughe ai luoghi di origine.Questo incidente, purtroppo, non è un evento isolato. La Caretta caretta è una specie marina protetta, vulnerabile e spesso minacciata da una serie di fattori di rischio antropici, tra cui l’inquinamento, la distruzione degli habitat di nidificazione, la pesca accidentale e, come in questo caso, l’impatto con imbarcazioni. La presenza sempre più intensa di attività nautiche lungo la costa agrigentina, spesso in aree di particolare sensibilità ecologica, richiede un’attenta valutazione e l’implementazione di misure di mitigazione efficaci per ridurre il rischio di collisioni e proteggere le tartarughe marine durante i loro spostamenti e le fasi cruciali della riproduzione. La tragedia di Punta Piccola dovrebbe stimolare una riflessione più ampia sulla coesistenza tra attività umane e tutela della biodiversità marina, promuovendo pratiche sostenibili e una maggiore consapevolezza da parte di tutti gli attori coinvolti.
Tragedia a Punta Piccola: Caretta caretta morta, un monito per il mare.
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