L’Etna, gigante stratovulcano che domina la Sicilia orientale, sembra preludere alla conclusione di una fase eruttiva particolarmente vigorosa. I dati raccolti dall’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Catania indicano una diminuzione significativa del cosiddetto “tremore vulcanico”, un parametro chiave che riflette l’energia accumulata e in movimento all’interno dei condotti magmatici. Questa riduzione segnala una progressiva attenuazione dell’attività effusiva e stromboliana che ha caratterizzato le ultime settimane.Il fenomeno, benché indicativo di un rallentamento, non deve essere interpretato come un’interruzione completa dell’attività vulcanica. L’Etna è un vulcano perennemente attivo e le fasi eruttive, per loro natura, presentano cicli di intensificazione e di diminuzione. L’episodio in atto, tuttavia, si distingue per la sua intensità, paragonabile, secondo quanto affermato dal direttore dell’INGV, Stefano Branca, a quella osservata a febbraio 2021 e a quella storica del 2014.Queste eruzioni, sebbene spettacolari e di grande impatto visivo, non hanno comportato un pericolo immediato per le aree circostanti. La pericolosità, in questo specifico evento, si è concentrata principalmente nell’area sommitale, che è stata opportunamente chiusa al pubblico come misura precauzionale. La gestione del rischio vulcanico, in questo caso, ha permesso di mitigare potenziali impatti sulla popolazione e sulle infrastrutture, combinando il monitoraggio costante dei parametri vulcanici con protocolli di evacuazione e restrizioni di accesso.L’analisi dei dati vulcanologici suggerisce che la diminuzione del tremore potrebbe essere correlata a una variazione nel regime di alimentazione del magma, che potrebbe essere rallentata o aver cambiato percorso verso la superficie. Ulteriori studi, basati sull’analisi dei gas emessi, sulla deformazione del suolo e sull’invecchiamento dei materiali effusi, saranno cruciali per comprendere appieno le dinamiche interne del vulcano e per prevedere l’evoluzione futura dell’attività. La complessità dell’Etna, con la sua rete intricata di condotti e camere magmatiche, rende la previsione vulcanica un processo continuo e in costante aggiornamento, richiedendo una stretta collaborazione tra vulcanologi, sismologi e altri esperti per garantire la sicurezza delle comunità che vivono all’ombra del vulcano.
Etna: rallenta il tremore, ma resta allerta.
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