Un denso velo di fumo nero ha avvolto Capua (Caserta) per quasi un’intera giornata, testimonianza di un vasto incendio divampato nell’area dell’ex campo profughi, un’area degradata e abbandonata, tristemente nota come ex Caps di via dei Martiri di Nassiriya. L’incendio, iniziato intorno alle 16 di ieri, ha inghiottito circa 7.000 metri quadrati di sterpaglie secche, un accumulo incontrollato di rifiuti, tra cui pneumatici usati e 20 rotoballe, materiale altamente infiammabile e tossico.L’evento, oltre alla sua drammatica visibilità – la colonna di fumo nera era percepibile a decine di chilometri di distanza – solleva urgenti interrogativi sulla gestione del territorio e sulla sicurezza ambientale. L’area, un tempo destinata a ospitare profughi, è oggi un relitto urbano, una sorta di “pozzo” di illegalità e degrado, terreno fertile per l’accumulo di rifiuti abusivi. Questo incendio non è un episodio isolato, ma il sintomo di una più ampia crisi ambientale e sociale.La tempestiva risposta dei Vigili del Fuoco del Comando provinciale di Caserta, con l’impiego di autobotti e di un mezzo movimento terra, ha evitato che le fiamme si propagassero ad aree residenziali, ma le operazioni di spegnimento si sono protratte per dodici ore, richiedendo un notevole sforzo operativo. L’intervento è stato reso particolarmente complesso dalla natura del materiale coinvolto, che ha generato fumi tossici e ha reso difficile l’accesso ai focolai.Immediatamente allertata, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPAC) ha avviato un piano di campionamenti dell’aria per monitorare la qualità dell’atmosfera e valutare l’impatto sulla salute pubblica. Parallelamente, il sindaco di Capua, Adolfo Villani, ha reagito con due ordinanze successive. La prima, emessa nella serata, ha invitato la popolazione a mantenere porte e finestre chiuse e a sospendere l’uso di impianti di condizionamento. La seconda, più incisiva, ha disposto la chiusura delle scuole situate nelle immediate vicinanze dell’area interessata dall’incendio per i giorni 3 e 4 giugno, coinvolgendo quattro istituti scolastici.L’episodio non può essere relegato a una semplice emergenza, ma necessita di un’analisi profonda delle cause che hanno portato all’abbandono di quest’area e all’accumulo incontrollato di rifiuti. Si rende imprescindibile un intervento strutturale che preveda la bonifica del sito, la rimozione dei rifiuti accumulati e la riqualificazione ambientale del territorio. Inoltre, è fondamentale rafforzare i controlli e promuovere la sensibilizzazione ambientale per prevenire il ripetersi di simili eventi, che mettono a rischio la salute dei cittadini e danneggiano l’ambiente. La vicenda di Capua è un campanello d’allarme che richiede un impegno concreto da parte di tutte le istituzioni e della comunità locale.
Incendio a Capua: Fumo Nero e Rifiuti Tossici, Allarme Ambientale
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