lunedì 28 Luglio 2025
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Rinascita Appennino: I Cammini per un Turismo Lento e Autentico

Dopo le ferite profonde lasciate dai sismi del 2016 e 2017, l’Appennino centrale intravede una via di rinascita, non solo economica ma anche sociale e culturale: il turismo lento, inteso come esperienza immersiva e rispettosa del territorio.

Un’iniziativa che si concretizza attraverso nove percorsi pedonali, narrati nel volume “I cammini della rinascita.

Tesori nascosti nell’Appennino centrale” di Chiara Giacobelli (Giunti Editore), e presentata ufficialmente come un pilastro strategico per il rilancio delle aree colpite.

Il fenomeno del camminare, già in forte crescita, si conferma un motore di sviluppo.
I dati di “Italia, Paese di cammini” di Terre di mezzo indicano un incremento del 29% nel numero di camminatori nel 2024, a testimonianza di un interesse crescente verso un turismo alternativo, che privilegia la lentezza, la scoperta autentica e il contatto diretto con la storia e la natura.

Questi percorsi, che includono il Cammino Francescano della Marca, la Via Lauretana, il Cammino dei Cappuccini, il percorso nelle Terre Mutate e altri itinerari tematici legati a figure religiose e alla valorizzazione del patrimonio naturale, non sono semplici sentieri, ma veri e propri fili che ricuciono il tessuto sociale e territoriale.

L’offerta turistica, oltre ai percorsi stessi, si arricchisce di esperienze uniche: il ponte tibetano di Sellano, la ciclopedonale del Nera, il suggestivo Museo delle mummie di Ferentillo, le maestose Gole del Velino.
I 70 punti tappa disseminati lungo i cammini, attualmente con un’offerta ricettiva limitata, rappresentano un’opportunità di sviluppo locale, puntando sulla creazione di una rete di accoglienza diffusa, in grado di offrire ospitalità e servizi personalizzati.

L’iniziativa si pone l’obiettivo di contrastare l’undertourism, indirizzando flussi turistici verso aree marginali, spesso dimenticate dai circuiti tradizionali.

Questo approccio promuove un turismo che va oltre la semplice fruizione di paesaggi e monumenti, creando un profondo legame emotivo tra i visitatori e il territorio appenninico, rafforzando il senso di identità e appartenenza alla comunità locale.
La riscoperta del patrimonio culturale immateriale, delle tradizioni e dei saperi artigianali, si integra perfettamente in questa visione, contribuendo a creare un’offerta turistica originale e sostenibile, capace di generare benefici economici e sociali duraturi per le comunità locali.
Si tratta di un investimento nel futuro dell’Appennino, un futuro costruito sulla valorizzazione delle sue radici e sulla condivisione della sua bellezza.

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