Sessant’anni fa, in una villa toscana immersa nella storia, nasceva un’idea rivoluzionaria che oggi risuona con un’incredibile attualità: l’Urbanina. Più che un semplice veicolo, essa rappresenta un capitolo pionieristico nella storia della mobilità elettrica, un’anticipazione geniale di un futuro che solo ora sembra concretizzarsi pienamente. La mostra attualmente ospitata nei giardini di Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sotto l’egida della presidenza regionale, non è solo un omaggio a questo veicolo, ma un viaggio immersivo nel pensiero innovativo che lo ha generato.L’Urbanina, nata tra le mura di Poggio Adorno a Castelfranco di Sotto (Pisa), fu frutto dell’ingegno congiunto del marchese Pier Girolamo Bargagli Bardi Bandini e del tecnico Narciso Cristiani. La loro visione andò ben oltre la mera funzionalità: immaginavano un mezzo di trasporto urbano agile, efficiente, e intrinsecamente legato alla sostenibilità ambientale, un concetto quasi estraneo nell’Italia degli anni ’60. La vettura, realizzata in una produzione limitata a circa 500 esemplari tra il 1965 e i primi anni ’70, incarnava già i principi fondamentali delle moderne minicar elettriche: leggerezza, facilità di ricarica, dimensioni compatte ideali per la navigazione nel traffico cittadino e la ricerca di parcheggio, e una configurazione modulare adattabile alle diverse stagioni.L’avventura dell’Urbanina, purtroppo, fu interrotta prematuramente. La breve serie si concluse con l’intervento della carrozzeria Zagato, che ne reinterpretò l’estetica, dando vita alla “Milanina”, una versione ulteriormente raffinata prodotta in soli 40 esemplari. Il suo valore intrinseco, però, non fu riconosciuto appieno ai suoi tempi, relegandola in una nicchia di appassionati.Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha sottolineato con acume come, in un contesto odierno fortemente orientato alla transizione ecologica, l’Urbanina avrebbe potuto raggiungere un successo inimmaginabile. La mostra, quindi, non è solo un ricordo del passato, ma anche una riflessione sul potenziale inespresso di un’idea lungimirante.La salvaguardia e la diffusione di questa importante testimonianza storica sono ora affidate all’associazione “L’auto elettrica tra passato e futuro”, nata nel 2018 su iniziativa di don Andrea Pio Cristiani, figlio di Narciso, un vero custode della memoria. Attraverso la raccolta di documenti, testimonianze e la promozione di eventi, l’associazione si impegna a mantenere vivo il lascito dell’Urbanina, celebrando gli inventori e tutti coloro che hanno contribuito a questa avventura pionieristica, un esempio lampante di come l’innovazione, a volte, necessiti di tempo per essere pienamente apprezzata e integrata nella realtà. La presenza di un esemplare dell’ultima serie durante tutta la durata della mostra rappresenta un’opportunità unica per il pubblico di entrare in contatto diretto con un pezzo di storia della mobilità.
Urbanina: l’elettrico che anticipò il futuro. Mostra a Firenze.
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