La maestosità del Gran Zebrù, una sentinella di roccia e ghiaccio nel cuore del gruppo Ortles-Cevedale, si è trasformata in uno scenario di angoscia. Un giovane altoatesino, 28enne residente a Laives, è scomparso dopo essere stato inghiottito da una valanga durante una spedizione alpinistica sul versante orientale del massiccio, che culmina a un’altitudine di 3.857 metri.L’incidente si è verificato lungo il canalone est, un percorso tecnico che richiede esperienza e una profonda conoscenza delle dinamiche nivologiche. Il giovane, in cordata con un compagno, stava affrontando la salita quando una considerevole massa di neve si è improvvisamente staccata, innescata probabilmente da una combinazione di fattori: l’esposizione al sole, la morfologia complessa del versante e le recenti nevicate che hanno saturato lo strato nevoso.La forza della valanga è stata tale da trascinare via l’alpinista per un tratto di circa 300 metri, mentre il cordata, seppur investito, è riuscito a mantenere la presa, evitando di essere portato via. La rapidità con cui la situazione è precipitata ha reso immediatamente evidente la gravità dell’evento.Immediatamente, l’amico ha attivato il sistema di soccorso, comunicando l’emergenza alle centrali operative. In pochi minuti, un complesso dispositivo di ricerca è stato messo in campo, coinvolgendo le squadre specializzate del Soccorso alpino di Solda e i tecnici della Guardia di finanza, che hanno impiegato elicotteri per raggiungere la zona impervia.Le operazioni di ricerca, rese particolarmente difficili dalla conformazione del terreno e dalle condizioni meteorologiche instabili, si sono finora rivelate infruttuose. L’estensione della valanga ha sepolto l’alpinista sotto un manto di neve e detriti, complicando ulteriormente le attività di localizzazione.Al momento, le squadre di soccorso stanno concentrando i propri sforzi sull’individuazione del segnale del cellulare del disperso, un tentativo di sfruttare la tecnologia per aggirare le difficoltà logistiche e la scarsa visibilità. Questa tecnica, sebbene non sempre efficace, rappresenta una speranza concreta per riportare a galla la verità e, auspicabilmente, rintracciare il giovane alpinista. La comunità montana, ancora una volta, si stringe in un abbraccio silenzioso, sospesa tra la speranza e l’angoscia, in attesa di un segnale che rompa il silenzio della montagna.
Tragedia sul Gran Zebrù: giovane alpinista disperso in valanga
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