Le recenti iniziative promosse dalla Provincia Autonoma di Bolzano in occasione del mese del Pride, volte a celebrare l’orgoglio LGBTQ+, hanno suscitato un acceso dibattito all’interno del governo provinciale. Il vicegovernatore e presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Marco Galateo, ha espresso pubblicamente il suo dissenso, evidenziando una divergenza di vedute che si colloca al di là di semplici opinioni personali.Galateo ha precisato che le iniziative in questione, pur essendo presentate come espressione di volontà presidenziale, non hanno trovato un’approvazione collegiale all’interno della Giunta provinciale, dove il suo voto sarebbe stato contrario. Questa osservazione sottolinea una questione di governance e di rispetto dei processi decisionali, suggerendo una potenziale rottura tra le diverse anime del governo locale.Pur riconoscendo e rispettando la sensibilità del Presidente Kompatscher, Galateo ha ribadito il diritto fondamentale di esprimere dissenso. Questa rivendicazione non si configura come un attacco alla comunità LGBTQ+, ma come un principio cardine del dibattito democratico, in cui la pluralità di opinioni è essenziale per una governance efficace e inclusiva. La critica centrale di Galateo verte sull’uso di simboli che egli considera non istituzionali, in particolare la bandiera arcobaleno, all’interno degli uffici pubblici. La sua affermazione che “nessuna bandiera arcobaleno possa cambiare la vita di qualcuno” non intende minimizzare le difficoltà e le discriminazioni affrontate dalle persone LGBTQ+, bensì solleva interrogativi sulla reale efficacia di gesti simbolici, auspicando invece azioni concrete e politiche mirate a promuovere l’uguaglianza e l’inclusione sociale.Come gesto simbolico di protesta, Galateo ha annunciato di non voler utilizzare la sala stampa provinciale fino alla rimozione del “rollup” arcobaleno, un atto che rafforza la sua posizione e segnala una chiara volontà di non conformarsi a decisioni che ritiene non condivise e potenzialmente in contrasto con i valori del suo partito. Questa vicenda, al di là del singolo episodio, apre un ampio dibattito sul ruolo delle istituzioni nella celebrazione delle diversità, sulla legittimità dell’uso di simboli pubblici e sul delicato equilibrio tra rispetto delle minoranze e salvaguardia dei principi di laicità e neutralità delle istituzioni. L’episodio solleva interrogativi sulla gestione delle diversità all’interno di un contesto politico complesso e multiculturale come quello altoatesino, dove la sensibilità verso le minoranze si intreccia con la difesa delle identità culturali e delle tradizioni locali.