L’eco del passato risuona ancora tra le mura silenziose dell’ex carcere di San Vito, un luogo intriso di memoria e dolore, ora al centro di una straordinaria operazione di rinascita culturale. L’ultimo secondino, custode di storie terribili e vite spezzate, ha simbolicamente consegnato le chiavi, sancendo l’inizio di un’era nuova. Un flusso continuo di persone ha attraversato le sue porte, dai detenuti agli addetti, fino al figlio dell’ultimo direttore, testimoni di un’eredità complessa e pesante.Il progetto di riqualificazione, supportato dall’inserimento sulla piattaforma Art Bonus per accedere a finanziamenti ministeriali, rappresenta un vero e proprio miracolo per Agrigento, Capitale Italiana della Cultura 2025. L’ambizione è ambiziosa: trasformare un luogo di reclusione in un polo culturale vibrante, un faro di speranza e innovazione.Le prime visioni, frutto dell’ingegno di architetti e designer, dipingono scenari suggestivi: pareti d’acqua che riflettono la luce del sole, giardini rigogliosi dove un tempo si svolgeva l’ora d’aria, un teatro che accoglie spettacoli e performance. Ma l’esperienza diretta, il contatto tangibile con le pietre consumate dal tempo e segnate dalle storie di chi le ha abitate, ha permesso agli studenti del Politecnico di comprendere la vera essenza del luogo. La ripresa di vita dell’ex carcere non può prescindere da un coinvolgimento collettivo, dalla capacità di raccogliere il peso del passato e di trasmutarlo in un futuro permeato di verde, sostenibilità e leggerezza.L’idea di spazi “adult-free”, dedicati al gioco e alla crescita dei bambini, e l’utilizzo dei colori per contrastare la grevità della pietra porosa, ora ricca di graffiti, sono elementi cruciali di questo processo trasformativo. Diciassette progetti, plasmati da team di lavoro provenienti da ogni angolo del mondo, testimoniano la portata globale dell’iniziativa.Silvano Arcamone, della direzione regionale Sicilia dell’Agenzia del Demanio, sottolinea l’onere e l’onore che Farm assume nel restituire dignità a questo bene pubblico. L’Agenzia del Demanio gestisce un patrimonio immobiliare vastissimo, spesso dimenticato, e San Vito è un esempio di come la collaborazione e l’innovazione possano sbloccare situazioni apparentemente irrisolvibili. Farm ha invertito il paradigma tradizionale, avviando un temporary use per tre anni, creando una dinamica virtuosa che incoraggia le istituzioni a prendere decisioni rapide e mirate.Il sindaco Franco Miccichè, con emozione, ha descritto il momento dell’apertura come un’occasione per restituire alla comunità un luogo carico di storia e sofferenza, un luogo che parla con le sue mura.Giuseppe Parello, direttore generale di Agrigento2025, esprime la ferma convinzione nel potenziale di questa iniziativa, sottolineando l’obiettivo di sostenere progetti che lascino un’impronta duratura nella città. Agrigento, Capitale della Cultura, aspira a mantenere viva questa identità, grazie al contributo di tutte le realtà del territorio, grandi e piccole, che condividono questa visione di futuro. Il recupero dell’ex carcere di San Vito non è solo un progetto di riqualificazione immobiliare, ma un atto di speranza e un impegno per un futuro più inclusivo e culturale.