La vicenda che coinvolge Stefano Addeo, docente del Liceo Medi di Cicciano, ha scatenato una serrata reazione da parte dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, culminata nella sospensione cautelare del docente. La misura, disposta dal Direttore Generale, è stata assunta in seguito a commenti, definiti minacciosi, apparsi sul profilo Facebook del professore e rivolti alla figlia del Presidente del Consiglio. La decisione non si configura come una sentenza definitiva, bensì come un atto amministrativo preventivo, volto a salvaguardare l’ambiente educativo e a proteggere la comunità scolastica da ripercussioni potenzialmente destabilizzanti. Il Liceo Medi, per sua natura, è un luogo di formazione e crescita, e la sua integrità è un bene primario che richiede tutela. La sospensione, pertanto, mira a garantire la continuità didattica e a preservare un clima di rispetto e sicurezza per studenti, personale e famiglie.La sospensione cautelare, è fondamentale sottolineare, è un atto temporaneo, finalizzato a non pregiudicare la regolarità del procedimento disciplinare che verrà avviato. Questo processo, improntato al rispetto dei principi fondamentali del diritto del lavoro, dovrà accertare la veridicità delle accuse e la gravità delle violazioni, garantendo al docente ogni diritto di difesa e contraddittorio. La normativa vigente prevede infatti che la responsabilità del soggetto sia accertata con un iter preciso, che include la possibilità di presentare memorie difensive e di contestare le accuse.La vicenda solleva, al di là della specificità del caso, questioni di ampia rilevanza. Innanzitutto, si pone la delicata questione della libertà di espressione online e dei limiti imposti da un codice di condotta professionale, in particolare per chi ricopre un ruolo educativo. Un docente, per sua stessa natura, è chiamato a essere un modello di comportamento e a promuovere valori di tolleranza, rispetto e legalità. L’utilizzo di canali social per esprimere opinioni, soprattutto se di natura offensiva o minacciosa, può compromettere seriamente questa funzione.Inoltre, la vicenda evidenzia la crescente importanza della responsabilità digitale nell’era dei social media. Ogni azione online, ogni commento, lascia una traccia e può avere conseguenze significative, sia a livello personale che professionale. La comunità scolastica, in particolare, ha il dovere di educare i giovani a un utilizzo consapevole e responsabile degli strumenti digitali, promuovendo la cultura del rispetto e della legalità online. La vicenda di Addeo, tragicamente, rappresenta un monito a questo riguardo.Infine, la decisione dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, pur nel rispetto delle procedure legali, testimonia la sensibilità delle istituzioni nei confronti di episodi che possono ledere l’immagine della scuola e turbare la tranquillità della collettività. Il diritto alla sicurezza e alla serenità della comunità scolastica è un valore ineludibile che deve essere tutelato con fermezza.