lunedì 28 Luglio 2025
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Bighe ritrovate: un dialogo tra Italia e Stati Uniti.

Il Ministero della Cultura ha ufficialmente avviato un dialogo formale con l’avvocato italo-americano Tito Mazzetta, aprendo una fase cruciale nella complessa vicenda della biga etrusca di Monteleone di Spoleto.

La notizia, diffusa dalla sindaca Marisa Angelini, rappresenta il coronamento di un’azione istituzionale protrattasi per decenni e sostenuta da una ricerca storica e giuridica approfondita, recentemente arricchita da nuove evidenze scientifiche fornite dal dottor Guglielmo Berattino.
La vicenda, che affonda le sue radici nel 1903, quando la biga fu trafugata e successivamente esportata negli Stati Uniti, dove attualmente è esposta al Metropolitan Museum of Art di New York, è divenuta un simbolo della delicatezza del rapporto tra patrimonio culturale, diritto internazionale e responsabilità storica.
Il Comune di Monteleone di Spoleto ha costantemente perseguito la rivendicazione del bene, sostenendo che la sua esportazione avversì le normative italiane dell’epoca, ponendo in luce interrogativi sulla legalità delle procedure seguite.
L’impegno della sindaca Angelini, che ha sollecitato l’intervento del Ministro Alessandro Giuli, ha giocato un ruolo determinante nell’accelerazione del processo.
La disponibilità del Ministero a fissare un incontro in videoconferenza con l’avvocato Mazzetta testimonia un mutamento di approccio, segnando un passo significativo verso la potenziale restituzione del manufatto.
La biga, capolavoro artistico risalente al 560 a.

C.

e realizzata da un artigiano greco operante a Vulci, non è semplicemente un reperto archeologico; è un frammento tangibile della storia e dell’identità italica, un’eccezionale testimonianza delle competenze artistiche e della società dei popoli etruschi, che contribuì in maniera significativa allo sviluppo culturale del Mediterraneo antico.

La sua scoperta accidentale nel 1902, all’interno della tomba di un notabile sabino, insieme ad altri manufatti di pregio, ha rivelato aspetti inediti sulla vita e le usanze dell’epoca.

La successiva vendita, a prezzi irrisori, e il suo percorso tortuoso, attraverso Parigi, fino all’approdo negli Stati Uniti, sollevano interrogativi sul ruolo del mercato dell’arte e sulla necessità di normative più stringenti per la protezione del patrimonio culturale.
La battaglia del Comune umbro, protrattasi per oltre vent’anni, mira a ristabilire la verità storica e giuridica, con l’obiettivo di tutelare il diritto alla memoria collettiva e valorizzare un bene di inestimabile importanza per la comunità locale e per l’intera nazione.

La sindaca Angelini ha ribadito il suo impegno morale a non rinunciare a questo confronto, considerandolo un dovere verso le generazioni future e un atto di giustizia nei confronti di un popolo che ha lasciato un’eredità culturale straordinaria.

Il recupero della biga rappresenterebbe, quindi, un atto di risarcimento storico e un’occasione per rafforzare il legame tra Italia e Stati Uniti, promuovendo una collaborazione basata sul rispetto del patrimonio mondiale.

L’auspicio è che l’incontro con l’avvocato Mazzetta segni l’inizio di un percorso verso la restituzione, aprendo una nuova stagione di dialogo e cooperazione per la salvaguardia del nostro patrimonio culturale.

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