Il XII Premio Nazionale di Storia Contemporanea Friuli Storia celebra quest’anno un terzetto di opere che, pur nella loro eterogeneità, illuminano aspetti cruciali del Novecento europeo e russo, offrendo prospettive inedite e stimolando una riflessione critica sul passato. I volumi finalisti, selezionati da una giuria scientifica presieduta da Tommaso Piffer, spaziano dalla storia economica globale all’esperienza bellica sul fronte italiano, fino a una toccante narrazione familiare che si intreccia con la complessa vicenda sovietica.Carlo Fumian, con *Pane quotidiano. L’invisibile mercato mondiale del grano tra XIX e XX secolo* (Donzelli, 2024), ci conduce in un viaggio affascinante attraverso le dinamiche nascoste del commercio internazionale del grano. Più che una semplice cronaca dei prezzi e delle esportazioni, l’opera disvela come il grano, alimento primario per milioni di persone, sia stato un potente motore di trasformazioni geopolitiche, tecnologiche e sociali. Fumian, con rigore e chiarezza, analizza come l’evoluzione dei trasporti, le innovazioni agricole, le politiche commerciali e le crisi economiche abbiano plasmato il destino di nazioni intere, evidenziando le conseguenze spesso tragiche delle fluttuazioni del mercato e della dipendenza alimentare. L’analisi si estende dall’espansione dell’impero britannico alla rivoluzione industriale, fino alle prime avvisaglie della guerra mondiale, dimostrando come la “questione del grano” fosse intrinsecamente legata a questioni di potere, controllo e stabilità politica.Gustavo Corni, in *L’Italia occupata 1917-1918. Friuli e Veneto orientale da Caporetto a Vittorio Veneto* (Gaspari, 2024), affronta un capitolo doloroso e spesso trascurato della Prima Guerra Mondiale: l’esperienza delle popolazioni civili del Friuli e del Veneto orientale sotto l’occupazione austro-ungarica. Più che un resoconto militare, il libro è una testimonianza della sofferenza, della resilienza e dell’adattamento delle comunità locali, costrette a convivere con un regime straniero, a fronteggiare la fame, la paura e la precarietà. Corni ricostruisce con meticolosità la vita quotidiana, le dinamiche sociali, le forme di resistenza e collaborazione, rivelando come l’esperienza dell’occupazione abbia lasciato un’impronta indelebile sulla memoria collettiva e sull’identità regionale. L’opera recupera voci e storie silenziate, offrendo una prospettiva inedita sulla Grande Guerra e sul suo impatto sulla società italiana.Infine, Irina Scherbakova, vincitrice del Premio Nobel per la Pace, con *Le mani di mio padre. Una storia di famiglia russa* (Mimesis, 2024), intreccia il racconto intimo e personale di una famiglia con la complessa storia dell’Unione Sovietica. Attraverso il prisma delle esperienze individuali, Scherbakova illumina le ombre e le luci di un’epoca segnata da ideologie radicali, repressione politica e trasformazioni sociali profonde. Il libro, più che una semplice autobiografia, è un viaggio alla scoperta delle radici, delle responsabilità e del significato di essere russi nel corso del Novecento. Scherbakova, con sensibilità e onestà intellettuale, affronta temi delicati come la colpa, la memoria e la ricerca della verità, offrendo al lettore una prospettiva umana e toccante sulla storia di un paese e di un popolo.La diversità dei temi e degli approcci storiografici dei tre volumi finalisti, sottolineata dalla giuria scientifica, rappresenta una sfida e un’opportunità per i 360 lettori popolari che, entro agosto 2025, saranno chiamati a scegliere il vincitore del premio. La proclamazione e la cerimonia di premiazione si terranno a Udine il 25 ottobre 2025, offrendo un momento di celebrazione della ricerca storica e di riflessione sul nostro passato comune.