La frontiera non è solo un confine geografico, ma una soglia che separa mondi e culture, una linea sottile che divide il passato dal presente. Ecco perché dobbiamo riconsiderare la nostra identità, uscire dalle comodità della nostalgia per abbracciare l’eredità di chi ci ha preceduti. Toni Capuozzo, giornalista e scrittore, ci guida in questo viaggio esplorativo del confine tra Gorizia e Nova Gorica, attraverso le storie di chi è nato, vissuto e morso in quella porzione di terra che condivide il nome di “frontiera”. Il libro Vite di confine racconta la storia di quel luogo senza tempo, dove l’Europa orientale incontra l’Italia, un punto d’incontro tra due mondi divisi. Gli epitaffi, quegli elenchi di nomi che ricordano la vita e la morte di chi abita il confine, sono solo una parte di questo racconto epico. Capuozzo ci porta a scoprire come le storie dei singoli individui possano illuminare la complessità della storia collettiva.”Un libro arrivato nella vecchiaia”, ammette Capuozzo con umiltà, “perché il confine orientale è una delle aree della mia infanzia”. Ma non è solo un’osservazione personale quella che gli porta a scrivere questo testo. È la consapevolezza di aver trascorso tutta la vita a raccontare conflitti, spesso innescati proprio da queste soglie tra mondi in contrasto.Ecco perché il libro Vite di confine è più che un’opera letteraria: è un invito a riflettere sulla nostra appartenenza e sul nostro ruolo nella storia. Attraverso le storie dei tanti personaggi, famosi o ignoti, Capuozzo ci mostra come la frontiera non sia solo una barriera, ma anche una via di mezzo che collega culture e paesi diversi.
La frontiera: storia e memoria tra Europa ed Italia
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