domenica, 8 Giugno 2025
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La Storia della Pulizia Etnica in Israele ed Analisi su una Potenziale Soluzione per la Crisi di Gaza.

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Portare i palestinesi di Gaza altrove, in un altro Paese, sarebbe equivalente alla pulizia etnica che devastò le popolazioni dell’Europa negli ultimi due secoli. Questo è quanto affermato senza appello da Anna Foa, storica, docente e scrittrice di fama internazionale, il giorno della presentazione del suo libro “Il suicidio di Israele” (Laterza) all’ambito del festival vicino/lontano.Per evitare il trasferimento di oltre due milioni di palestinesi è necessario costituire subito uno Stato palestinese. Questo passaggio fondamentale, a prescindere dalla frammentazione delle realtà urbane palestinesi, sarebbe un punto di non ritorno per la storia e le relazioni internazionali, poiché darebbe vita ad una entità con regole precise.Foa ha poi evidenziato l’ascesa della protesta in Israele contro il governo Netanyahu. Dopo un primo periodo si era interrotta ma è ripresa e molto forte. Tuttavia non sono sufficienti le notizie fuori da Israele di questo fenomeno e delle notizie sulle decine di soldati che hanno rifiutato di andare a combattere a Gaza.La storica ha ricordato l’episodio dell’ufficiale israeliano che si è rifiutato di far soccorrere la bimba ferita di sei anni, unica sopravvissuta della sua famiglia e poi si è fatto uccidere due volontari che volevano portarla in salvo: l’uomo in questione è stato individuato e condannato dalla Corte Penale Internazionale.Tali atti dovrebbero essere fatti anche nei confronti di Hamas, ha ribadito Anna Foa. Critica il governo in carica e la diaspora appiattita su Israele ed è convinta che continuando con questa politica Netanyahu arriverà all’Iran. Il presidente degli Stati Uniti, Trump, però sembra non pensarla allo stesso modo.Infine, sulla strage del 7 ottobre 2023 Foa ha detto essere il frutto del trasferimento di 26 divisioni dal confine con Gaza in altre zone per proteggere i coloni. La capacità del Mossad, a suo avviso, è esagerata e Netanyahu – che è il primo premier israeliano ad non provenire dall’esercito – ha messo nei posti chiave i suoi uomini: “non tutti competenti”.

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