lunedì 28 Luglio 2025
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Rendiconto Regionale: Tensioni, Debito e Criticità Sanitarie

L’approvazione del Rendiconto generale dell’amministrazione regionale per l’esercizio finanziario 2024, avvenuta in Assemblea legislativa con una maggioranza di 13 voti favorevoli contro 8 contrari, ha suscitato un acceso dibattito, evidenziando tensioni istituzionali e preoccupazioni strutturali.
L’Assessore al Bilancio, Tommaso Bori, ha sottolineato l’anomalia di una opposizione che, avendo gestito l’amministrazione per undici mesi su dodici, si oppone ad un documento contabile che riflette le conseguenze delle proprie scelte.
La nuova giunta, ha precisato Bori, si è trovata a dover ereditare un quadro finanziario preesistente, senza possibilità di incidere sulle decisioni e sulle allocazioni di risorse già in atto.
Questo scenario ha reso evidente la delicatezza della situazione ereditata, con il rendiconto che dipinge un quadro di sfide complesse.

La relazione della Corte dei Conti rivela criticità profonde.

In particolare, emerge con chiarezza come il deficit strutturale del sistema sanitario non sia stato affrontato in maniera organica, ma mascherato attraverso l’utilizzo di risorse straordinarie – una pratica insostenibile nel lungo periodo.

Un altro elemento di allarme riguarda la mobilità sanitaria attiva e passiva.
Il saldo passivo, incrementato del 17,5% rispetto all’anno precedente, ammonta a 36 milioni di euro.

Questa crescita esponenziale della mobilità passiva, un fenomeno particolarmente accentuato in Umbria, indica una difficoltà del sistema sanitario regionale nel soddisfare i bisogni della popolazione, con conseguenze economiche e sociali rilevanti.
La Corte dei Conti, in maniera coerente, sollecita l’abbandono delle pratiche di copertura del disavanzo sanitario con risorse una tantum, auspicando soluzioni strutturali e sostenibili.
La necessità di una manovra tributaria, resa ineludibile dall’accumulo di debiti pregressi – inclusi i 38,4 milioni di fondo di dotazione negativo e il contributo di finanza pubblica – testimonia la gravità del quadro finanziario e la necessità di interventi correttivi.
L’Assessore ha poi affrontato la questione del cosiddetto “payback” dei dispositivi medici, evidenziando come il decreto legge governativo preveda una finestra temporale limitata (2015 e 2018).
La Regione, pur avendo diritto al rimborso delle risorse spettanti, si trova di fronte a vincoli stringenti: i trasferimenti statali sono subordinati al pagamento effettivo da parte delle imprese fornitrici, una quota pari a 15,8 milioni di euro per l’Umbria, ben al di sotto della cifra dovuta.
La differenza residua grava sull’erario regionale, spiegando in parte gli accantonamenti sul fondo crediti di dubbia esigibilità.
Il rischio di inadempienza delle imprese, aggravate dalla cessazione di attività di alcune di esse, è elevato e potrebbe innescare complesse azioni legali.
Infine, è stata sottolineata l’importanza di una rigorosa applicazione dei criteri contabili per l’accantonamento delle entrate, basati sull’analisi della loro effettiva esigibilità.
L’intervento statale, limitato all’esercizio 2025, ha legittimato la scelta dell’amministrazione di rimandare le relative scritture contabili al 2025, in attesa degli esiti dell’adesione delle società fornitrici di dispositivi medici a un programma di agevolazioni.
La norma prevede un’ulteriore anticipazione statale e una prima anticipazione regionale, e l’accantonamento regionale continuerà a persistere per le adesioni non verificate, riducendosi invece per quelle confermate nel 2025.

La situazione riflette una gestione finanziaria complessa, segnata da vincoli esterni e da incertezze legate all’adempimento di obblighi da parte di terzi.

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