In apertura dei lavori dell’Assemblea legislativa umbra, un’omaggio solenne e commosso ha segnato il dibattito, interrotto da un palpabile senso di lutto: la scomparsa della giornalista Laura Santi.
La Presidente Sarah Bistocchi, con voce carica di emozione, ha invitato tutti i presenti, sia all’interno che all’esterno dell’emiciclo, a un momento di raccoglimento e silenzio, un tributo a una figura profondamente radicata nel tessuto sociale umbro.
Laura Santi, prematuramente scomparsa, ha scelto di concludere la propria esistenza attraverso il suicidio medicalmente assistito, un atto che, pur nella sua tragicità, ha aperto un dibattito cruciale sul diritto alla dignità e alla libertà individuale.
La Presidente ha sottolineato come la giornalista, nata e cresciuta in Umbria, abbia rappresentato un punto di riferimento per la comunità locale, avendo ricoperto il ruolo di speaker del notiziario televisivo dell’Assemblea legislativa, TeleCru, per ben 146 edizioni, dal 2004 al 3009.
Un impegno professionale che testimonia la sua dedizione al servizio pubblico e la sua profonda connessione con il territorio.
Al di là del cordoglio, la Presidente ha esortato a una riflessione più ampia, riconoscendo a Laura Santi il merito di aver trasformato la sua vicenda personale in un atto di straordinaria portata collettiva.
La sua scelta, dolorosa e irreversibile, si configura come un potente messaggio politico e civile, un grido che reclama il diritto di ogni individuo di determinare il proprio percorso di vita e di morte, di sottrarsi a sofferenze intollerabili e di agire in piena autonomia decisionale.
Non è un diritto di vivere a tutti i costi, ma di scegliere come vivere e, se necessario, come concludere la propria esistenza in modo consapevole e dignitoso, nel rispetto della legalità vigente.
La scomparsa di Laura Santi, pur lasciando un vuoto incolmabile nella comunità umbra, può, e deve, trasformarsi in un’occasione per affrontare con coraggio e serietà il tema del fine vita.
Si tratta di un dibattito complesso, che richiede un approccio trasparente e concreto, libero da pregiudizi e ideologie, volto a garantire a ogni persona la possibilità di vivere una vita piena e significativa, e di affrontare il momento della morte con dignità e serenità.
La Presidente ha concluso ribadendo l’urgenza di una normativa nazionale che affronti in modo organico e responsabile le questioni etiche e giuridiche legate al fine vita, promuovendo una cultura della compassione, del rispetto e della libertà individuale.
Un lascito prezioso, intriso di dolore e speranza, per una comunità più consapevole e umana.