sabato, 7 Giugno 2025
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Sgabello etrusco a Bologna: un tesoro di avorio torna al suo antico splendore.

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Il Museo Civico Archeologico di Bologna ha recentemente concluso un complesso progetto di conservazione e riqualificazione espositiva di un manufatto di straordinaria importanza: uno sgabello in avorio risalente alla fine del VI secolo a.C., testimonianza eloquente della Bologna etrusca. L’intervento, sostenuto dalla collaborazione culturale del Rotary Club Bologna Est in occasione del suo sessorantenario, restituisce al pubblico un oggetto che, per rarità e valore, eleva la comprensione della cultura materiale etrusca in Emilia-Romagna e oltre.Lo sgabello, tornato ora in esposizione nella Sala X, dedicata alla Bologna etrusca, è molto più di un semplice arredo. Rappresenta un elemento cruciale nel complesso rituale e sociale delle élite etrusche, una dichiarazione di status e potere in un contesto di crescente complessità politica ed economica. Il nuovo allestimento, dotato di un supporto museale innovativo e di un apparato multimediale interattivo, mira a narrare la storia dell’oggetto con una narrazione avvincente e accessibile, senza compromettere il rigore scientifico e la meticolosa documentazione del processo di restauro.La storia di questo singolare artefatto affonda le sue radici in un contesto storico preciso. La sua scoperta è legata ai lavori di sistemazione dei Giardini Margherita, commissionati in vista dell’Esposizione Emiliana del 1888. Questi lavori, supervisionati dall’allora direttore del Museo Archeologico, Edoardo Brizio, portarono alla luce la tomba 173, un vero e proprio scrigno di reperti etruschi. Ma l’area, già nota per le 172 tombe precedentemente scoperte, continuò a rivelare i suoi segreti per decenni, con scavi che si protrassero fino agli anni Ottanta del Novecento, portando alla luce complessivamente oltre 230 sepolture. Questa concentrazione di contesti funerari etruschi, databili tra la seconda metà del VI e gli inizi del IV secolo a.C., ha fornito un quadro eccezionalmente ricco per ricostruire la vita e le usanze della comunità etrusca che abitò Bologna.L’utilizzo dell’avorio nella fabbricazione dello sgabello è un elemento di assoluta singolarità. Sebbene la presenza di piccoli arredi in legno, come sedili e tavolini, sia documentata in numerosi contesti etruschi, la scelta dell’avorio conferisce a questo manufatto una valenza simbolica e materiale di eccezionale significato. L’avorio, materiale prezioso e difficile da reperire, era associato a una classe dirigente che possedeva le risorse per acquisirlo e il prestigio per utilizzarlo in oggetti di rappresentanza. La sua presenza indica una società stratificata, con una forte distinzione tra classi sociali e un’economia che permetteva l’importazione di beni di lusso.Il restauro non si è limitato alla conservazione fisica dello sgabello. Attraverso l’analisi dei materiali, delle tecniche costruttive e del contesto archeologico, il team di restauratori ha cercato di ricostruire la sua storia, il suo ruolo nella vita quotidiana dell’epoca e le sue possibili connessioni con altre culture etrusche e mediterranee. Il progetto rappresenta un investimento nella conoscenza del patrimonio archeologico bolognese e un impegno a condividerlo con il pubblico, rendendolo accessibile e stimolante per le generazioni future.

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