La comunità catanese si è stretta attorno al lutto per la perdita di Santo Re, giovane pasticciere strappato alla vita in un atto di violenza che ha scosso profondamente la città. Durante le esequie, celebrate nella Cattedrale con la partecipazione dell’arcivescovo Luigi Renna, la sorella di Santo ha espresso un dolore lacerante, un grido di giustizia e un’implorazione di sicurezza per tutti i cittadini, al di là di ogni appartenenza ideologica o geografica. Il messaggio, letto tra le lacrime, ha evocato un senso di impotenza di fronte alla perdita e una profonda riflessione sulla fragilità umana.La vicenda ha portato alla luce la presenza di un individuo, Akhabue Innocent, originario dello Zimbabwe e noto con il falso nome di John Obama, attualmente in custodia cautelare in seguito all’arresto. Tuttavia, l’attenzione si è focalizzata sulla perdita irrimediabile di un giovane uomo, un pilastro della sua famiglia e un punto di riferimento per la sua comunità.Nel suo struggente discorso, la sorella di Santo ha ripercorso gli ultimi momenti di contatto, un ricordo indelebile di una richiesta d’aiuto disperata. Il senso di colpa e il rimorso per non essere riuscita a proteggere il fratello, il “piccolo” di casa, hanno permeato l’atmosfera, provocando un’ondata di commozione palpabile tra i presenti. La perdita della possibilità per Santo di vedere crescere la figlia e continuare a coltivare le sue passioni è stata descritta come una ferita aperta, un vuoto incolmabile.L’arcivescovo Renna, nell’omelia, ha sottolineato come l’intera città di Catania condivida il dolore della famiglia Re, riflettendo sulla necessità di non cedere alla disperazione, ma di perseguire la speranza. Ha dipinto il ritratto di Santo come un uomo onesto, incarnazione del valore del lavoro e della generosità: un individuo capace di aiutare chiunque, persino chi, poi, lo ha privato della vita. Mons. Renna ha contrastato la cultura dell’armamento, spesso percepita come strumento di difesa, con l’innocenza e la disarmatezza di Santo, invitando la città a risorgere non attraverso la vendetta, ma attraverso la riaffermazione dei principi di legalità e giustizia. La tragedia, più che un atto isolato, si è presentata come un campanello d’allarme, un monito a riflettere sulla necessità di promuovere una società più giusta, sicura e inclusiva, dove la dignità umana sia inviolabile e la violenza non trovi spazio. La memoria di Santo, così come espressa dal messaggio della sorella e dall’omelia dell’arcivescovo, è stata elevata a simbolo di speranza e di impegno civile, un invito a costruire un futuro migliore per Catania e per l’intera comunità.
Catania in lutto: addio a Santo Re, un grido di dolore e speranza.
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