Il Comune di Bologna si erge a voce dissenziente e profetica, manifestando con gesto simbolico – l’affissione di uno striscione a Palazzo d’Accursio recante la scritta “Fermate il Governo di Israele – Save Gaza” – la rottura con una politica che considera complice di un conflitto umano inaccettabile. Questo atto, unitamente all’adesione alla marcia nazionale per la Palestina e per la Pace, in programma il 15 giugno da Marzabotto a Monte Sole, non rappresenta un mero gesto di protesta, ma la concretizzazione di una scelta etica e politica profondamente radicata nel tessuto della comunità bolognese.La decisione di interrompere le relazioni istituzionali con il Governo di Israele, preceduta da un dibattito interno e sensibile alla complessità della situazione, sottolinea la gravità percepita delle azioni militari e delle politiche attuate nella Striscia di Gaza. Non si tratta di un’ostentazione di animosità nei confronti del popolo israeliano, ma di una ferma condanna delle strategie governative che hanno portato a un inaccettabile aumento delle vittime civili, alla distruzione di infrastrutture essenziali e alla creazione di una crisi umanitaria di proporzioni catastrofiche.L’adesione alla marcia, nata dall’iniziativa della sindaca di Marzabotto e del Comitato regionale per le Onoranze ai Caduti, si inserisce in un contesto storico particolarmente significativo, l’80° anniversario della Liberazione, evocando paralleli tra le sofferenze del passato e le attuali violenze. Il Comitato, erede di una memoria che non dimentica le atrocità del fascismo, si erge a custode di valori universali come la dignità umana, la giustizia e la pace.L’appello del Comune di Bologna non si limita a una richiesta di cessazione delle ostilità, ma ambisce a un cambiamento strutturale e duraturo. Si invoca un intervento deciso da parte del Governo italiano e della comunità internazionale, utilizzando ogni strumento politico, diplomatico ed economico a disposizione. Si chiede la fine della deportazione forzata, la liberazione di ostaggi e prigionieri, e l’urgente garanzia di assistenza umanitaria alla popolazione civile, intrappolata in un vortice di violenza e privazioni.Al di là della necessità immediata di alleviare le sofferenze, il Comune di Bologna promuove una visione a lungo termine, fondata sul riconoscimento dello Stato di Palestina, affiancato allo Stato di Israele, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali di entrambi i popoli. Questo riconoscimento non è inteso come una concessione politica, ma come un atto di giustizia, propedeutico alla costruzione di una convivenza pacifica e duratura, basata sulla sicurezza, la prosperità e la dignità di tutti. Il gesto bolognese, quindi, si configura come un appello a superare le narrazioni parziali e i pregiudizi, per abbracciare una visione più ampia e inclusiva, capace di costruire un futuro di pace e di speranza per il Medio Oriente e per l’intera umanità.
Bologna contro il conflitto: gesto simbolico per Gaza e pace.
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