Il carcere di Santa Maria Capua Vetere si erge ora come palcoscenico di un’ambiziosa opera d’arte, un murale monumentale che ridefinisce i confini dell’espressione artistica e del coinvolgimento comunitario. L’artista Alessandro Ciambrone, dopo due mesi di lavoro intenso, ha completato quest’opera titanica di 5440 metri quadrati, lunga 715 metri e alta 5,6 metri, consacrandola ufficialmente nel Guinness World Records. Un primato che supera di gran lunga il precedente detenuto da Jorge López de Guereñu, a Bilbao, e che testimonia la portata innovativa di un progetto che trascende la semplice creazione artistica.L’opera, più che un mero insieme di colori e forme, è una narrazione visiva complessa, intessuta di citazioni di figure storiche, Premi Nobel e passaggi iconici di canzoni, tutte convergenti su temi universali come la pace, i diritti umani, la lotta alla violenza e la valorizzazione del patrimonio culturale. Un mosaico di voci che risuonano con particolare eco in un contesto come quello carcerario, un luogo che, per definizione, dovrebbe essere terreno fertile per la riflessione e la speranza. In un gesto simbolico, gli studenti di cinque scuole locali hanno partecipato attivamente alla presentazione dell’opera, leggendo ad alta voce le frasi e i versi che la compongono, amplificandone il messaggio di impegno sociale e civile.L’inclusione di sezioni dedicate alla crisi in Ucraina e alla situazione nella Striscia di Gaza sottolinea la volontà dell’artista di affrontare le sfide globali con uno sguardo critico e consapevole. Il progetto, finanziato da un gruppo di mecenati, ha visto la partecipazione attiva di detenuti, beneficiari dell’articolo 21 del codice penitenziario, e studenti, in un’iniziativa che promuove l’integrazione e l’empatia.La pubblicazione del nuovo record sul sito della Guinness World Records spalancherà le porte a un’attenzione internazionale che andrà ben oltre l’opera stessa, proiettando il carcere di Santa Maria Capua Vetere in una dimensione di riscatto e innovazione. L’obiettivo è quello di portare il progetto anche al Parlamento Europeo, per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di percorsi di partecipazione attiva dei detenuti.L’ambizione del progetto non si esaurisce con il murale: fa parte di un percorso turistico più ampio, che include l’apertura di un ristorante all’interno del carcere, gestito da Pink House, e che vedrà i detenuti stessi impiegati come guide per visitatori e scolaresche, creando opportunità di lavoro e di crescita personale.Il progetto rappresenta un segnale di speranza per una struttura carceraria che, a seguito di episodi di violenza nel 2020, ha intrapreso un percorso di riabilitazione, grazie anche all’impegno della direttrice Donatella Rotunno e al supporto di imprenditori come Isaia e Marinella. La collaborazione tra detenuti e studenti continuerà con la realizzazione di ulteriori opere artistiche sulle pareti del carcere, consolidando un modello di inclusione e di sviluppo sociale che mira a offrire una prospettiva di futuro a persone che spesso si sentono escluse e abbandonate. Ciambrone testimonia di aver vissuto in prima persona l’impatto positivo del progetto sui detenuti, leggendone la gioia e la speranza negli occhi, durante i 50 giorni trascorsi a dipingere il murale.