La Stagione Teatrale 2025-2026 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia si configura come un percorso articolato, un dialogo fecondo tra ereditarietà culturale e innovazione scenica. Sotto la direzione artistica di Paolo Valerio, confermato fino al termine del suo mandato, la programmazione ambisce a risuonare con il pubblico, stimolandone la riflessione e l’emozione attraverso una pluralità di linguaggi e forme espressive.L’apertura e la chiusura della stagione saranno affidate a Paolo Valerio stesso, segnando un’impronta distintiva nel panorama artistico regionale. L’omaggio al territorio, con “Trieste 1954” interpretato da Simone Cristicchi, si propone come un affresco vivido di un periodo storico cruciale per la città, intrecciando memoria collettiva e identità locale. Parallelamente, la rielaborazione di “Romeo e Giulietta”, declinata sia in versione prosaica che lirica, in co-produzione con il Teatro Lirico Giuseppe Verdi, testimonia l’impegno del Teatro Stabile verso una contaminazione costruttiva tra generi, ampliando le prospettive interpretative del capolavoro shakespeariano. L’inclusione del Teatro Lirico nella programmazione sottolinea una volontà di creare sinergie culturali che arricchiscano l’offerta artistica e coinvolgano un pubblico più ampio.La stagione non trascura il fascino intramontabile dei grandi classici, proposti con interpretazioni contemporanee, a fianco di titoli innovativi che sperimentano nuove forme di narrazione. Il Musical, con la riscoperta dell’originale inglese di “Cats” di Webber e la provocazione di “The Rocky Horror Show”, offre un’esperienza di spettacolo coinvolgente e dinamica. La danza, con l’esuberanza visiva e la coreografia suggestiva dei Momix e del loro spettacolo “Bothanica Season 2”, promette un viaggio sensoriale unico.Particolarmente significativa è l’attenzione dedicata alla storia e all’identità regionale. “Argo che guarda”, un’opera scritta da Letizia Russo, ispirata al romanzo di Maria Grazia Ciani, emerge come un progetto di profonda risonanza emotiva. La narrazione, che esplora la dolorosa esperienza della fuga dall’Istria nel contesto post-bellico, sarà presentata in anteprima al Mittelfest 2025 e poi itinerata in diversi teatri italiani, contribuendo a diffondere la conoscenza di una pagina cruciale della storia europea. L’opera si inserisce in un filone di ricerca teatrale che, con sensibilità e rigore, affronta temi complessi legati alle migrazioni, all’esilio e alla memoria.La Stagione 2025-2026 si conferma, dunque, un’opportunità per il pubblico di confrontarsi con un’offerta teatrale ricca e diversificata, capace di coniugare il rigore della tradizione con la vivacità dell’innovazione, e di raccontare, con sguardo attento e appassionato, le storie che definiscono la nostra identità culturale.
Teatro Stabile FVG: Stagione 2025-2026, Classici e Innovazione
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