Un’immersione profonda nell’eredità spirituale di Santa Rita ha illuminato ieri a Cascia, al monastero che la vide fulcro della sua esistenza, i festeggiamenti per il 125° anniversario della sua canonizzazione. L’evento, intitolato “Rita, Faro di Speranza nel Cammino dell’Umanità”, si è dispiegato nella Sala della Pace del Santuario, un luogo intriso di storia e devozione, accogliendo una folta schiera di pellegrini e studiosi.La celebrazione, fortemente allineata con il tema del Giubileo 2025, promosso dal Papa Francesco come anno dedicato alla conversione pastorale e alla rinnovata attenzione verso i margini della società, ha voluto riproporre la figura di Santa Rita non come icona del passato, ma come guida attuale per chi si confronta con le fragilità e le incertezze del presente. La speranza, fulcro del messaggio ritiano, è stata analizzata come un’energia trasformativa, una forza interiore che permette di affrontare le avversità con coraggio e fiducia, superando le tenebre del dolore e della disperazione. Non si tratta di una speranza ingenua o passiva, bensì di una speranza attiva, radicata nella fede e nell’amore, capace di generare azioni positive e di aprire nuove prospettive.Al di là della speranza, la serata ha esplorato le altre virtù che hanno caratterizzato la vita di Santa Rita: la fede incrollabile, testimoniata dalla sua profonda relazione con Dio; l’amore incondizionato verso il prossimo, anche verso chi le aveva fatto del male; e il perdono, inteso non come un’assunzione di colpa, ma come un atto di liberazione, un modo per spezzare le catene dell’odio e della vendetta.A guidare il pubblico in questo percorso di riflessione sono stati quattro esponenti dell’Ordine Agostiniano – padre Juraj Pigula, padre Rocco Ronzani, madre Giacomina Stuani e suor Elisabetta Tarchi – che hanno offerto spunti teologici e storici, arricchendo la comprensione del carisma ritiano e della sua rilevanza nel contesto contemporaneo.Per rendere la testimonianza di Santa Rita più accessibile e coinvolgente, brevi rappresentazioni teatrali, curate dal gruppo Fups di Cascia e magistralmente regiate da Cinzia Di Pasquale, hanno dato vita a momenti chiave della sua esistenza, illuminando le sfumature del suo animo e la profondità del suo messaggio. Questi frammenti scenici non sono stati meri riassunti biografici, ma tentativi di rendere palpabile la sua umanità, la sua lotta interiore e la sua capacità di trasformare il dolore in speranza, l’odio in amore, il perdono in grazia. L’obiettivo è stato quello di far risuonare, attraverso la potenza del teatro, l’eco del messaggio di Santa Rita, invitando il pubblico a interrogarsi sul proprio cammino spirituale e a riscoprire il valore della speranza come bussola per affrontare le sfide della vita.
Santa Rita, 125 anni di speranza: un faro per l’umanità.
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