Il 2 giugno, una data impressa nel tessuto della nostra identità nazionale, ci invita a riflettere sul significato profondo della Repubblica Italiana, un’entità nata dalla volontà sovrana di un popolo che, per la prima volta, esercitò il proprio diritto di voto con piena e inequivocabile parità. Il gesto liberatorio del suffragio femminile, settantanove anni or sono, rappresentò una cesura radicale, un passaggio epocale che segnò la definitiva affermazione di valori fondamentali come la libertà di pensiero, la dignità umana e la partecipazione attiva alla vita politica. Celebrare questa ricorrenza non è semplicemente un atto formale, ma un impegno a perpetuare l’eredità di coraggio e lungimiranza che ha generato la nostra Costituzione.In Umbria, questa giornata assume un significato ancora più profondo. La nostra regione, con la sua storia millenaria, intrisa di spiritualità e resilienza, si sente investita di una responsabilità particolare: contribuire attivamente alla costruzione di un’Italia sempre più democratica, pluralista e inclusiva. Un’Italia che sappia conciliare la preservazione delle proprie radici con l’apertura verso le sfide del futuro, un futuro che si presenta complesso e spesso incerto.La Costituzione Italiana, frutto di un’attenta riflessione e di un ampio dibattito, ci consegna un modello di convivenza basato sul rispetto dei diritti individuali e sulla promozione del bene comune. Un modello che richiede un impegno costante e un’attenzione vigile, soprattutto in un’epoca segnata da crescenti disuguaglianze, da spinte nazionaliste e da conflitti globali. La pace, sancita inequivocabilmente dal nostro articolo 11, deve essere la stella polare che guida le nostre azioni, un monito costante a superare le logiche della contrapposizione e a promuovere il dialogo e la cooperazione tra i popoli.L’impegno della Regione Umbria si traduce in politiche concrete, volte a garantire l’accesso all’istruzione, a sostenere l’innovazione, a promuovere l’occupazione, a tutelare il territorio e a salvaguardare il patrimonio culturale. Riconoscere il valore del lavoro come motore di dignità, della scuola come strumento di emancipazione, della cultura come collante sociale, dei servizi pubblici come pilastri di equità: questi sono i principi che animano la nostra azione quotidiana.Ma la celebrazione del 2 giugno non può prescindere da un riconoscimento sentito nei confronti di coloro che, silenziosamente e quotidianamente, contribuiscono a rendere reale lo spirito repubblicano: le forze dell’ordine che garantiscono la sicurezza, il personale sanitario che cura la nostra salute, gli insegnanti che formano le nuove generazioni, i lavoratori che producono ricchezza, le associazioni di volontariato che si prendono cura dei più deboli, i giovani che incarnano il futuro. A loro va la nostra più profonda gratitudine e il nostro più sincero apprezzamento.Rinnovare oggi quel voto di fiducia, rafforzare la nostra fiducia nel futuro, affrontare con coraggio le sfide che ci attendono: questo è l’imperativo che ci impone il 2 giugno, una giornata che ci ricorda che la Repubblica è un bene prezioso, un’eredità da custodire e da tramandare alle future generazioni. Un progetto in continuo divenire, un cammino condiviso che richiede l’impegno di tutti noi.