Nell’austera solennità della Sala Clementina, cuore pulsante del Palazzo Apostolico, il Presidente della Provincia di Perugia, Massimiliano Presciutti, ha partecipato a un’udienza papale che ha visto la presenza di circa trecento delegati, rappresentanti di un ampio panorama di associazioni e movimenti dediti alla promozione della pace. L’incontro, un momento di riflessione e ispirazione, si inserisce nel solco del significativo evento “Arena di Pace”, celebrato l’anno precedente a Verona. Quest’ultima, nella cornice suggestiva della città scaligera, aveva visto la partecipazione di centinaia di realtà impegnate a costruire un mondo più giusto e solidale, sotto l’attento sguardo e l’esortazione di Papa Francesco.L’udienza ha rappresentato un’occasione per riaffermare l’urgenza di un impegno collettivo verso la costruzione della pace, un bene prezioso e fragile, minacciato da una crescente complessità geopolitica e da persistenti disuguaglianze socio-economiche. Il Presidente Presciutti, al termine dell’incontro, ha espresso il desiderio di connettere questo momento spirituale al percorso che porta alla prossima Marcia per la Pace, fissata per il 12 ottobre.”Ci troviamo in una marcia lunga e significativa, una preparazione costante alla tradizionale Perugia-Assisi,” ha dichiarato, sottolineando come il grido “Pace Subito!” non si configuri come un semplice motto, bensì come una promessa, un patto con la propria coscienza. La pace, infatti, non è un’astrazione, un ideale lontano, ma un impegno quotidiano, un’arte complessa che richiede una coltivazione paziente e costante.È un dovere che si esprime in azioni concrete: nell’attenzione al prossimo, nella capacità di ascolto attivo, nella promozione di una solidarietà autentica e disinteressata. In un mondo lacerato da conflitti armati, da tensioni crescenti e da nuove forme di violenza, essere promotori di pace significa assumersi la responsabilità di costruire ponti, di superare le barriere ideologiche e culturali, di promuovere un dialogo aperto e costruttivo. Significa, in definitiva, lavorare con determinazione e resilienza per edificare relazioni durature, fondate sulla giustizia, il rispetto e la comprensione reciproca, capaci di resistere alle prove più ardue e di offrire una speranza concreta per il futuro. La pace, quindi, non è assenza di conflitto, ma capacità di trasformarlo in opportunità di crescita e di progresso umano.