domenica, 8 Giugno 2025
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Carcere Umbria: Emergenza, Morti e Richiesta di Riforma Urgente

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La drammatica escalation di eventi critici che affliggono il sistema carcerario umbro impone un’azione urgente e profonda da parte delle istituzioni regionali e nazionali. La recente scomparsa di un detenuto nella casa circondariale di Terni, tragico tassello di una sequenza sempre più inquietante, non può essere ignorata. La dichiarazione della Presidente della Regione, Stefania Proietti, che esprime l’impellenza di non poter più “far finta di niente” risuona come un campanello d’allarme inequivocabile, che richiede un cambiamento radicale di prospettiva.La mozione presentata dai consiglieri regionali del Pd, Maria Grazia Proietti, Francesco Filipponi e Stefano Lisci, non si limita a una mera richiesta di intervento, ma si configura come un impegno programmatico a promuovere una riforma strutturale del sistema penitenziario umbro e a garantire un supporto concreto sia alla popolazione detenuta che al personale penitenziario, spesso esposto a condizioni di lavoro insostenibili.L’attuale situazione quantitativa, con 1.639 detenuti a marzo 2025 in istituti progettati per accogliere solo 1.339, evidenzia una grave carenza di spazi e risorse. Questo sovraffollamento, particolarmente accentuato nelle strutture di Terni e Spoleto, esacerba le tensioni e compromette la sicurezza all’interno degli istituti. La situazione non è semplicemente numerica; il sovraffollamento amplifica i problemi di salute mentale, l’accesso limitato a programmi di riabilitazione e l’aumento della conflittualità.Un punto cruciale è rappresentato dalla gestione dell’assistenza sanitaria mentale. L’onere attuale, interamente a carico della Regione, si estende anche ai detenuti provenienti da altre regioni, generando un carico finanziario significativo e potenzialmente insostenibile. Questa problematica solleva interrogativi sull’equità nell’accesso alle cure e sulla necessità di una riorganizzazione dei flussi assistenziali a livello nazionale.La mozione si pone l’obiettivo non solo di mitigare l’emergenza, ma di costruire un sistema penitenziario più umano e funzionale, improntato alla riabilitazione e al reinserimento sociale. Per raggiungere questo scopo, si richiede un’azione concertata a diversi livelli:* Potenziamento del Provveditorato: La piena e rapida attivazione del Provveditorato dell’Amministrazione penitenziaria di Perugia è una priorità assoluta, in quanto rappresenta un punto di riferimento cruciale per la gestione e il coordinamento delle attività penitenziarie.* Coinvolgimento Multidisciplinare: È essenziale promuovere un confronto permanente tra la Regione, le direzioni degli istituti penitenziari, il Provveditorato e le associazioni del terzo settore, al fine di monitorare costantemente la situazione e individuare soluzioni innovative e sostenibili. Questo dialogo aperto e costruttivo dovrebbe includere anche il coinvolgimento di esperti in criminologia, psicologia e servizi sociali.* Interventi Strutturali: È necessario affrontare le criticità di personale, che si riflettono sulla qualità dell’assistenza e sulla sicurezza degli operatori. Ciò implica non solo l’incremento del numero di agenti e educatori penitenziari, ma anche la loro formazione continua e il miglioramento delle loro condizioni di lavoro.* Promozione di Progetti di Reinserimento: Investire in programmi di formazione professionale, attività culturali e opportunità di lavoro all’interno e all’esterno delle carceri è fondamentale per favorire il reinserimento sociale dei detenuti e ridurre il rischio di recidiva.* Revisione delle Politiche di Giustizia: Una visione più ampia che coinvolga anche il Ministero della Giustizia è necessaria per esaminare le politiche di giustizia in termini di prevenzione, repressione e riabilitazione, con l’obiettivo di ridurre il sovraffollamento carcerario e promuovere un sistema più equo e umano.La mozione rappresenta un punto di partenza per un percorso complesso e impegnativo, che richiede un forte impegno da parte di tutte le istituzioni e della società civile. Il futuro del sistema penitenziario umbro, e con esso il futuro dei detenuti e della comunità, dipende dalla nostra capacità di agire con coraggio, lungimiranza e umanità.

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