Un’operazione di portata significativa, orchestrata dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Lecce, sta scuotendo il tessuto amministrativo e imprenditoriale della regione Puglia. Undici richieste di interrogatorio preventivo, preludio all’emissione di potenziali misure cautelari personali, sono state notificate nell’ambito di un’indagine complessa e ramificata, che ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere dedita a corruzione, turbativa d’asta e illeciti legati alla gestione dei finanziamenti pubblici attraverso i Programmi di Aiuto (PIA).L’inchiesta, caratterizzata da una profondità che suggerisce una strutturazione articolata dei rapporti tra i presunti responsabili, coinvolge figure di spicco provenienti sia dal panorama imprenditoriale che da quello politico, con collegamenti che si estendono tra le province di Lecce e Bari. Tra i soggetti interessati dalle indagini figurano nomi di rilievo, tra cui Alessandro Delli Noci, assessore regionale alle Attività Produttive, e Maurizio Laforgia, ingegnere e figlio del presidente dell’AQP, Domenico Laforgia, figura chiave nella gestione delle risorse idriche pugliesi.Le accuse mosse nei confronti degli indagati convergono nell’ipotesi di associazione a delinquere, un’associazione che, si presume, agiva con l’obiettivo di manipolare processi decisionali, alterare l’esito di gare d’appalto e sottrarre illegalmente risorse pubbliche destinate a progetti di sviluppo economico e sociale. L’utilizzo dei PIA, strumenti finanziari pensati per incentivare la crescita e l’innovazione, appare centrale nell’accusa di frode.Oltre ai due nomi citati, la lista degli indagati include Angelo Mazzotta, responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Lecce, figura potenzialmente cruciale nell’assegnazione di appalti pubblici, e gli imprenditori Marino Congedo e Alfredo Barone, identificati come possibili beneficiari dei presunti illeciti.L’operazione, in corso, solleva interrogativi importanti sulla trasparenza e la correttezza delle procedure amministrative e sull’efficacia dei controlli interni destinati a salvaguardare l’erario. Le indagini si concentrano ora sull’analisi dettagliata dei flussi finanziari, dei documenti contabili e delle relazioni tra gli indagati, con l’obiettivo di ricostruire la dinamica dei presunti reati e di accertare la responsabilità di ciascuno. Il quadro che emerge, al momento, dipinge uno scenario allarmante per la reputazione della pubblica amministrazione pugliese e pone l’attenzione sulla necessità di rafforzare i meccanismi di prevenzione e contrasto alla corruzione e alla criminalità organizzata nel settore degli appalti pubblici.
Scandalo in Puglia: Finanza indaga su corruzione e appalti.
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