Il Mezzogiorno rappresenta un capitale inespresso, un potenziale di crescita che non può essere relegato a questione problematica, bensì deve essere riconosciuto come un’opportunità strategica per l’intero Paese. Questa prospettiva, auspicata e riaffermata, trascende la mera retorica politica, configurandosi come un imperativo economico e sociale.L’attuale quadro economico nazionale necessita di una revisione profonda. L’approccio tradizionale, spesso incentrato su interventi massicci e spesso inefficienti, deve essere affiancato da una politica fiscale mirata e incentivante. La riduzione della pressione fiscale, lungi dall’essere un semplice atto di generosità, si configura come un motore cruciale per innescare un circolo virtuoso che coinvolga tutti gli attori economici. Minori tasse, infatti, incrementano il reddito disponibile delle famiglie, stimolando i consumi e, di conseguenza, la produzione industriale. Questo, a sua volta, genera maggiori entrate per lo Stato attraverso l’IVA, rafforzando la capacità di investimento in infrastrutture, istruzione e innovazione. L’eredità di un pensiero economico orientato al benessere diffuso, come quello incarnato da Silvio Berlusconi, suggerisce che la crescita sostenibile non può che passare da un alleggerimento del carico fiscale.Il Sud Italia, in particolare, possiede un dinamismo inespresso che merita di essere valorizzato. Le esportazioni del Mezzogiorno, infatti, mostrano una crescita superiore rispetto al Nord, un dato che testimonia un potenziale in grado di trainare l’intera economia nazionale. Questa crescita non si limita ai settori tradizionali, ma si estende a nuove aree come l’agricoltura di qualità, il turismo sostenibile, le energie rinnovabili e l’artigianato di eccellenza. Per sfruttare appieno queste opportunità, è fondamentale investire in capitale umano, attraverso programmi di formazione professionale e di sostegno all’imprenditoria giovanile.È imperativo superare le narrazioni stantie che dipingono il Sud come una realtà passiva e dipendente. La resilienza e la forza del popolo meridionale, esemplificate dallo spirito abruzzese, sono la chiave per costruire un futuro prospero e inclusivo. Il Mezzogiorno non deve essere un “Sud piagnone”, ma un attore protagonista, capace di innovare, di creare valore e di contribuire alla crescita dell’Italia nel suo complesso. La sfida consiste nel trasformare questo potenziale in realtà, attraverso politiche mirate, investimenti strategici e una visione condivisa che riconosca il Mezzogiorno non come un peso, ma come la forza trainante di un’Italia più forte e competitiva.
Il Mezzogiorno: capitale inespresso per una nuova Italia.
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