Il suono grave e solenne del ‘campanone’ dell’Annunziata, cinquanta e due rintocchi lenti e pesanti, ha nuovamente scandito il ricordo di una ferita ancora aperta nella memoria collettiva di Sulmona. Quel suono, che avrebbe dovuto celebrare la vita e la vitalità del mercato settimanale, si è trasformato in un lugubre epitaffio per le vittime del bombardamento del 30 maggio 1944. Un evento tragico, parte di un quadro bellico più ampio, che vide l’inazione di forze militari alleate colpire indiscriminatamente un centro abitato civile, lasciando dietro di sé un’impronta indelebile di dolore e devastazione.Largo Faraglia e Piazza del Carmine, fulcro pulsante dell’economia e della socialità sulmonese, furono inghiottiti da una pioggia di proiettili e schegge, spegnendo per sempre la vita di cinquanta e due persone innocenti. Un numero che, seppur significativo, non riesce a quantificare appieno la portata della tragedia: la perdita di sogni, di famiglie, di un futuro interrotto bruscamente. Oltre le vittime, un numero ancora maggiore di feriti, molti dei quali con invalidità permanenti, portano con sé il peso fisico ed emotivo di quel giorno funesto. Il panico dilagò tra la popolazione, la paura si radicò profondamente, modificando per sempre il tessuto sociale della comunità.Il tempo ha trascorso, ma la necessità di non dimenticare ha portato alla realizzazione, nel 2014, di un monumento commemorativo. Situato nei pressi dell’acquedotto, un punto strategico che domina la città, il monumento, opera dello scultore sulmonese Nunzio Di Placido, si erge come simbolo di memoria e di speranza. L’opera artistica, carica di significato simbolico, riflette la sofferenza vissuta, ma anche la resilienza e la capacità di ricostruzione della comunità.La cerimonia di inaugurazione, solennemente partecipata dalle autorità cittadine, rappresentò un momento di profonda commozione e di raccoglimento. La presenza di Mariolina Caroselli Di Bartolomeo e Raffaele Bonitatibus, due testimoni diretti dell’orrore vissuto, ha reso il ricordo ancora più vivido e tangibile. Le loro parole, cariche di emozione e di dolore, hanno ripercorso i momenti drammatici del bombardamento, testimoniando la forza dello spirito umano di fronte alla tragedia. Il loro coraggio nel condividere la propria esperienza ha contribuito a tramandare la memoria alle nuove generazioni, affinché un evento così devastante non si ripeta mai più. Il monumento non è solo un tributo alle vittime, ma anche un impegno costante per la pace e per la costruzione di un futuro in cui la guerra non sia più una realtà.
Sulmona, 80° anniversario del bombardamento: il suono della memoria.
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