lunedì 28 Luglio 2025
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Vino italiano: tra sfide e l’ottimismo di Montefalco

Il settore vitivinicolo italiano si trova ad affrontare un periodo complesso, segnato da venti contrastanti che ne mettono a dura prova la resilienza.

Oltre alla contrazione dei consumi interni e internazionali, si sommano l’incremento esponenziale dei costi di produzione, le narrative spesso distorte e stigmatizzanti nei media, le pressioni normative europee e le politiche commerciali protezionistiche, come quelle implementate dall’amministrazione Trump.
L’aumento dei ricarichi applicati dalla ristorazione aggrava ulteriormente la situazione, erodendo i margini di profitto e mettendo a rischio la sostenibilità di molte aziende agricole.
Nonostante questo scenario critico, un’area dell’Italia, ancora preservata dal turismo di massa e profondamente legata alle proprie tradizioni, mantiene un’incrollabile ottimismo, alimentato dalla dedizione alla qualità e all’innovazione.
Montefalco, cuore pulsante dell’Umbria, ha recentemente ospitato un importante evento, riunendo esperti, produttori e appassionati da tutto il mondo per un percorso di degustazione, confronto e approfondimento.
Questa edizione ha offerto una visione contemporanea e rinnovata del patrimonio vitivinicolo locale, con un focus particolare su Montefalco e Spoleto, esaltandone l’identità profonda e la vocazione millenaria.

Protagonista indiscusso è stato, come sempre, il Montefalco Sagrantino Docg, che per l’annata 2021 ha ottenuto un prestigioso riconoscimento: Quattro Stelle e un punteggio di 94/100.
Questo risultato testimonia la capacità di coniugare struttura robusta, ricchezza di materia prima e un’acidità vivace, frutto di un andamento climatico complesso, ma favorevole alla qualità.
La tannicità decisa, elemento caratteristico del Sagrantino, si rivela armoniosamente bilanciata da un’espressività fruttata intensa e persistente.

“Il riconoscimento dell’annata 2021 e il successo di ‘A Montefalco’ confermano la continua espressione di eccellenza e identità del nostro territorio,” afferma Paolo Bartoloni, presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco.

“I vini delle denominazioni di Montefalco e Spoleto si distinguono sempre più per la capacità di raccontare l’Umbria più autentica e profonda, grazie all’impegno straordinario dei produttori e al forte legame con il territorio.

”Si avverte l’auspicio di un evento dedicato esclusivamente al Sagrantino, possibilmente in una stagione più mite, per permetterne una piena apprezzazione delle sue complesse caratteristiche organolettiche.

Altrettanta attenzione merita la rinascita del Passito, una tradizione antica e un’eccellenza nazionale che rischia l’abbandono a causa dei costi di produzione.

Un plauso speciale è infine riservato al ‘Chiusa di Pannone’ di Filippo Antonelli, un vino che rivela la sua piena maturità solo dopo un lungo affinamento in bottiglia, capace di sorprendere e affascinare con la sua evoluzione continua.

Il futuro del vino italiano, e in particolare di questo angolo di Umbria, si gioca sulla capacità di preservare l’identità, l’innovazione e la passione che lo contraddistinguono.

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