La ricostruzione del Paese non si può fare con retorica, ma con sacrificio e impegno. È il momento di riprendere il filo interrotto della storia italiana, di sanare i danni dei decenni di ritardo e di inefficienza. È questo il compito che ci attende, non le parole fatte per alimentare l’opinione pubblica, ma la concreta realizzazione di progetti e opere che possano migliorare la qualità della vita dei nostri concittadini.L’esempio del raddoppio della ferrovia Roma-Pescara è lampante: non si tratta di spartire meriti o di attribuire responsabilità, ma di affrontare i problemi strutturali che hanno impedito per tanto tempo il raggiungimento di una rete ferroviaria efficiente e moderna. È vero che i precedenti governi non hanno fatto nulla per decenni, ma questo non è motivo per fermarsi a lamentarsene: siamo qui per lavorare, per recuperare lo svantaggio accumulato e per consegnare ai nostri figli un Paese migliore.Il ministro delle Infrastrutture ha detto che ci sono i cantieri aperti e che la realizzazione dell’opera è in via di avanzamento: è il risultato concreto del nostro impegno, non solo una promessa. E anche per quanto riguarda l’incontro con i rappresentanti delle Province sulla viabilità, il vicepresidente del Consiglio ha mostrato la volontà di ascoltare e di incontrare tutti: è il segnale importante che questo governo non si chiude in sé stesso, ma cerca di lavorare per il bene comune.La ricostruzione del Paese non sarà facile, ma non sarà neanche impossibile se saremo capaci di mettere da parte le differenze e di concentrarci sul compito da svolgere. È il momento di dimostrare che siamo in grado di lavorare insieme, di ascoltarsi e di trovare soluzioni per i problemi comuni. Non c’è tempo da perdere: è ora di ripartire, con la testa alta e il cuore pieno di speranza nel futuro del nostro Paese.
La ricostruzione italiana, un compito che richiede impegno e sacrificio.
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