Un devastante attacco aereo, presumibilmente perpetrato da un drone israeliano, ha inflitto gravi danni all’ospedale al-Ahli (comunemente noto come Ospedale Baptista) a Gaza City, nel nord della Striscia. La notizia, diffusa inizialmente da Al Jazeera, ha rapidamente acceso un’ondata di shock e rabbia, aggravando ulteriormente la già precaria situazione umanitaria. Le prime informazioni indicano un bilancio di almeno quattro vittime, tra cui tre operatori di stampa – Ismail Badah e Sulaiman Haja, distinti giornalisti al servizio di Palestine Today, un canale di comunicazione legato alla Jihad islamica palestinese.La conferma dell’attacco, e le sue conseguenze tragiche, giunge in un momento di estrema tensione nel conflitto israelo-palestinese, che ha visto un’escalation drammatica negli ultimi mesi. Secondo quanto riferito dal direttore dell’ospedale, citato da Al Jazeera, si tratterebbe dell’ottavo bombardamento israeliano sulla struttura dall’inizio delle ostilità nel 2023, un dato che solleva interrogativi urgenti sulla protezione delle infrastrutture civili e del personale medico in zone di conflitto armato.L’attacco non solo rappresenta una perdita di vite umane, ma minaccia anche la capacità dell’ospedale di fornire cure essenziali a una popolazione già vulnerabile e traumatizzata. Al-Ahli, cruciale per la salute pubblica nella regione, è spesso l’ultima speranza per chi non ha accesso ad altre strutture sanitarie. Danneggiamenti e distruzioni, a prescindere dalle responsabilità, rischiano di compromettere irreparabilmente la sua funzionalità.Le circostanze esatte dell’attacco rimangono oggetto di indagine e contese. Mentre i media israeliani, come il Times of Israel, suggeriscono una possibile responsabilità di gruppi militanti palestinesi, le dichiarazioni del personale ospedaliero e le immagini provenienti dalla scena del crimine sembrano puntare, per il momento, verso una dinamica riconducibile a un attacco aereo israeliano. La complessità della situazione, alimentata da un conflitto di lunga data e dalla difficoltà di accesso alla zona, rende cruciale una verifica indipendente e imparziale per accertare con certezza le responsabilità e per garantire che tali tragedie non si ripetano.L’incidente ha immediatamente scatenato proteste e condanne internazionali, evidenziando il rischio crescente di un’ulteriore escalation del conflitto e di una crisi umanitaria di proporzioni inimmaginabili. La necessità di un cessate il fuoco immediato, di un accesso senza ostacoli agli aiuti umanitari e di una garanzia di protezione per i civili e il personale medico, non è mai stata così urgente. La questione sollevata è quella più ampia della legalità e della moralità delle operazioni militari in aree densamente popolate, e la necessità di applicare il diritto internazionale umanitario per proteggere i più vulnerabili in tempi di guerra.