La recente comunicazione di un rifiuto formale, indirizzata direttamente al dirigente interista Giuseppe Marotta, testimonia la chiusura del Como al potenziale incarico di Cesc Fabregas come nuovo tecnico della squadra nerazzurra. La cortesia e il reciproco rispetto, elementi fondanti del rapporto tra i due club, hanno mitigato la formalità del diniego, ma non ne hanno intaccato la fermezza.Le persistenti indiscrezioni che vorrebbero l’Inter interessata all’attuale allenatore del Como, Mirwan Suwarso, si rivelano, pertanto, frutto di un’immaginazione fervida e, in ultima analisi, infondate. Una risposta così esplicita, trasmessa con tale chiarezza, dovrebbe, di per sé, dissuadere qualsiasi ulteriore sollecitazione, specialmente da parte di una prestigiosa realtà calcistica come l’Inter, profondamente radicata nella cultura del rispetto professionale e della negoziazione leale.Questo episodio solleva interrogativi più ampi sul panorama del calcio contemporaneo, dove le voci di mercato e le speculazioni tendono a offuscare la concretezza delle relazioni tra le società. L’insistenza, nonostante un rifiuto esplicito, potrebbe interpretarsi come un tentativo, seppur involontario, di esercitare pressioni indebite o di testare i limiti della disponibilità altrui.La dignità e la professionalità dimostrate dal Como, nel respingere un’offerta potenzialmente allettante, rappresentano un esempio di integrità sportiva e rafforzano il legame tra il club lariano e la propria visione calcistica, basata sulla coerenza e sulla fiducia nel proprio progetto tecnico. È un segnale che, in un mercato spesso dominato da dinamiche complesse e ambigue, i valori di trasparenza e rispetto reciproco continuano ad avere un ruolo fondamentale, contribuendo a preservare l’equilibrio e la correttezza all’interno del sistema calcistico. La risposta del Como, in definitiva, non è solo un diniego, ma una dichiarazione di principi.