RIMINI, 05 GIUGNO – La vicenda che avvolge la tragica morte di Pierina Paganelli, avvenuta il 3 ottobre 2023 a Rimini, continua a essere illuminata da complesse analisi forensi, puntando a definire il profilo di un soggetto cruciale, finora identificato solo come “Ignoto Uno”, immortalato dalle telecamere di sorveglianza. La sua figura, ripresa mentre si avvicina al condominio via del Ciclamino 31, dopo l’omicidio, è al centro di un’indagine probatoria che coinvolge un team di esperti informatici e periti forensi di primaria importanza.Il collegio peritale, composto dal brigadiere Saverio Paolino, dal tenente colonnello Francesco Zampa, specialista del RIS di Parma, e dal professor Sebastiano Battiato, rinomato esperto di informatica e intelligenza artificiale dell’Università di Catania, è stato incaricato dal giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Rimini di valutare in maniera approfondita le immagini registrate dalla telecamera di sicurezza della farmacia San Martino. L’obiettivo primario era accertare se il soggetto ripreso, sospettato di essere l’autore del delitto, fosse lo stesso individuato come principale indiziato, Louis Dassilva, cittadino senegalese di 35 anni attualmente detenuto.Le indagini si sono concentrate sull’analisi delle caratteristiche fisiche del soggetto ripreso, in particolare l’altezza. La discrepanza tra le dimensioni del corpo di Dassilva, decisamente più alto, e quelle apparentemente deducibili dalle immagini, ha portato il collegio peritale a escludere una corrispondenza diretta. Questa constatazione ha ulteriormente complicato il quadro investigativo, introducendo un elemento di incertezza sulla precisa identificazione dell’autore del reato.Parallelamente all’analisi dell’altezza, è stato posto un quesito specifico relativo al colore della pelle del soggetto. La risposta, frutto di meticolose elaborazioni digitali e simulazioni basate su algoritmi avanzati, ha confermato l’impossibilità di determinare con certezza l’etnia o la pigmentazione cutanea dell’individuo immortalato dalle telecamere. Questa limitazione tecnica, dovuta a fattori come la risoluzione delle immagini, l’illuminazione ambientale e le distorsioni prospettiche, evidenzia le sfide intrinseche all’applicazione dell’analisi forense digitale.Il caso Dassilva, difeso dagli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, ha visto l’indagato sottoporsi a una prova in esterna, una sorta di “ricostruzione” dell’evento, per consentire il confronto con le immagini. La complessità dell’indagine si riflette nella delicatezza delle valutazioni, e l’impossibilità di stabilire il colore della pelle sottolinea i limiti intrinseci della tecnologia nel determinare con certezza le caratteristiche fisiche di un soggetto ripreso in condizioni di scarsa visibilità. Le conclusioni definitive della consulenza tecnica saranno presentate al tribunale durante un’udienza davanti al GIP Cantarini, segnando un ulteriore passo avanti nella ricerca della verità e nella ricostruzione degli eventi che hanno portato alla tragica scomparsa di Pierina Paganelli.
Nuovi dubbi sull’omicidio Paganelli: Ignoto Uno, chi è?
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